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di GIANNI DI CAPUA LO STRAPPO dell'Udc con la Cdl sulla questione Afghanistan era nell'aria ma ieri ...

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Se sul rifinanziamento e il rafforzamento del contingente militare italiano in Afghanistan il governo non porrà la fiducia, l'Udc darà il suo voto. «Solo nel caso di una eventuale fiducia al governo l'UDC sarebbe nella impossibilità di votare il rifinanziamento e il rafforzamento del contingente militare in Afghanistan. In tutti gli altri casi, essendo una missione NATO, sotto l'egida dell'ONU non è immaginabile un voto parlamentare contrario e neppure di astensione». In caso contrario, ovvero qualora il governo ponesse la questione di fiducia, secondo Ronconi si avrebbe «una questione strettamente politica che evidenzierebbe l'incapacità dell'esecutivo di mantenere una maggioranza parlamentare e comunque assisteremmo all'inedito spettacolo di una sinistra radicale che vota la fiducia turandosi il naso e certamente contestata nelle piazze dai movimenti». Ma questa dichiarazione deve aver fatto saltare sulla sedia il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi che ha annunciato la presentazione da parte del partito di un atto di indirizzo «nel quale ribadirà il carattere umanitario di tutte le nostre missioni di pace internazionali». A Ronconi, Bondi manda a dire che di sicuro «ha voluto riaffermare anche a nome dell'Udc una posizione unitaria della Cdl, coerente con la politica internazionale seguita negli ultimi 5 anni». Più tranchat il vicecoordinatore Fabrizio Cicchito. «Nulla giustifica dichiarazioni di disponibilità del centrodestra nei confronti del governo Prodi, tanto meno sul terreno della politica estera». «I voti dell'estrema sinistra - rileva Cicchitto - sono stati determinanti sia per il risultato elettorale, sia per eleggere le massime cariche dello Stato, sia per le commissioni parlamentari. Rispetto alla tenuta del governo quei voti devono esserci anche sul piano della politica estera». Intanto a sinistra, la vicepresidente del gruppo dell'Ulivo alla Camera, Marina Sereni, è abbastanza ottimista in vista del vertice di maggioranza di domani dedicato al rifinanziamento delle missioni italiane all'estero. L'Unione discute e si confronta ma in realtà, è il messaggio della Sereni, non c'è nessuno «così malintenzionato» da mettere a rischio la tenuta del governo. «Quella di martedì - afferma Sereni - sarà una riunione per fare il punto sulle varie posizioni quindi non credo che ci sarà qualcuno che arriva già con un testo preconfezionato. Possibile invece che da questo incontro esca un documento». Un documento nel quale si possa affrontare anche la questione di «un riorientamento» della missione in Afghanistan».

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