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Sindacati, politici e istituzioni contestano l'ipotesi dello stop ai cantieri stradali

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Sindacati e politici della stessa coalizione hanno tirato le orecchie al premier Romano Prodi e ad Antonio Di Pietro che segue per competenza le vicende della società che gestisce le strade italiane. Sono stati proprio le organizzazioni dei lavoratori a essere le più dure contro il Governo. Questo perché il blocco dei lavori rischia di avere pesanti ripercussioni sul fronte dell'occupazione. Senza risorse per l'Anas «non oso pensare cosa possano fare le aziende» per l'occupazione. È l'allarme lanciato dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che ieri da Lodi ha spiegato: «bisogna vedere quanti soldi ci sono nel catino per le opere infrastrutturali e stabilire delle priorità», perchè «ci sono dei lavori di cui c'è bisogno», e senza i quali è possibile un impatto sul sistema produttivo. «Di Pietro ha ragione, bisogna stabilire quali sono le priorità», ha ribadito Bonanni. E ha sottolineato che i sindacati continuano ad aspettare «a giorni di essere convocati per capire il programma di Prodi per la scossa». «Sentiamo Padoa-Schioppa molto attivo nelle parole - ha concluso - e molto poco nelle opere». La frecciata al Governo è arrivata anche da una parte sindacale che tradizionalmente è vicina alla sinistra come la Cgil. «Il possibile blocco dei cantieri nel mese di luglio annunciato dall Anas rischia di far perdere il lavoro a circa un migliaio di lavoratori edili a Roma e nel Lazio» ha ieri in una nota il Segretario generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio, Sandro Grugnetti. «E una decisione gravissima sottolinea Grugnetti con conseguenze non solo per l utenza, per i relativi disagi, ma anche per l occupazione del settore». «Rischiano il posto oltre ai lavoratori edili impegnati nel completamento della Terza corsia del Grande raccordo anulare, anche le maestranze impegnate in altre opere come ad esempio: le complanari di Fiumicino, la trasversale Latina-Frosinone, la Rieti-Torano ecc. E i lavoratori impegnati nelle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle strade del Lazio aggiunge la Fillea di Roma e Lazio - che fine faranno? Esiste anche un altro problema. Il blocco dei lavori sottolinea Grugnetti.- lascerebbe i cantieri non in sicurezza: una questione che non è poco rilevante». Ma anche le istituzioni a guida centro sinistra si sono mosse. È il caso della provincia di Roma, il cui presidente Enrico Gasbarra, dopo aver appreso il rischio dello stop ai cantieri delle opere che interessano la Capitale ha preso carta e penna e ha scritto direttamente a Prodi. «Le notizie allarmanti che ci giungono sulle condizioni economico-finanziarie dell'Anas, con i rischi legati ad una paralisi delle opere viarie programmate, mi inducono a sensibilizzare la Sua attenzione su un progetto che è strategico e fondamentale per la capitale e per l'intera provincia di Roma". Il timore di Gasbarra è legato al completamento della terza corsia del Grande Raccordo Anulare, paventato dal presidente Vincenzo Pozzi. Anche il senatore della Margherita Enzo Bianco ha lanciato «un appello al governo Prodi e al ministro Padoa Schioppa per riaprire e completare i cantieri aperti».

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