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«La riforma deve essere bipartisan»

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«Serve un nuovo processo riformatore, capace di superare i troppi poteri di veto oggi esistenti sull'asse centro-periferia di ridurre i costi della politica e di riconoscere il valore della concorrenza. Ma soprattutto pensiamo a un cambiamento capace di semplificare, di ridurre il peso della burocrazia, di guardare alla crescita davvero come ad un valore. Confindustria — ha spiegato Montezemolo — rinnova la richiesta di un impegno bipartisan, a urne chiuse, in questa direzione». «Diciamo alle forze politiche dei due schieramenti — ha detto il presidente di Confindustria agli industriali fiorentini — che stiamo ancora in tempo per dare un'indicazione chiara in questa direzione. Qualunque sia l'esito del voto. Siamo consapevoli — ha detto poi Montezemolo — così come molti costituzionalisti e commentatori che il referendum sulla riforma federalista non potrà risolvere la questione di fondo di un Paese troppo complicato e con troppi veti e localismi. Guardiamo — ha quindi concluso — agli interessi del Paese, un Paese che vogliamo più moderno meno complicato di oggi e più capace di attrarre». La firma di Montezemolo, tra le altre cose, rientra in calce nel progetto riformatore della Società Aperta: un elenco di nomi che comprende un fronte «bipartisan» di esponenti politici (cinque Ds tra cui Gavino Angius, Franco Bassanini, Luciano Violante. Quattro Dl tra i quali Massimo Cacciari, Domenico Fisichella, il senatore Antonio Meccanico e Tiziano Treu, presidente della commissione Lavoro al Senato. Nove esponenti del centrodestra tra cui Gianni Alemanno, deputato di An, l'ex ministro della Difesa Antonio Martino, il presidente del gruppo di An al Senato Matteoli, Bruno Tabacci e Marco Follini dell'Udc oltre al senatore a vita Giulio Andreotti), costituzionalisti come Augusto Barbera, docenti universitari, rappresentanti delle parti sociali, come Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni e Renata Polverini, segretari di Uil, Cisl e Ugl.

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