D'Alema negli Usa: la crisi c'è ma non si dice
Così il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ieri in visita a Washington ha smorzato i toni delle polemiche che hanno preceduto la sua prima visita negli Stati Uniti. Ma è chiaro che la Casa Bianca non ha potuto che inghiottire la decisione del governo Prodi di abbandonare l'Iraq. Ieri, comunque, il ministro degli esteri in visita negli Usa si è trattenuto a lungo con il consigliere per la sicurezza nazionale, Steve Hadley. Il summit, che si è protratto più a lungo del previsto, ha toccato i grandi temi dell'attualità internazionale, in particolare l'Iraq e l'Iran. Da parte americana, secondo quanto riferito dallo staff di D'Alema, «c'è piena consapevolezza» che, in democrazia, «i governi cambiano», ma «l'amicizia tra i due popoli e i due paesi non cambia». «Qui non è arrivata neppure l'eco — ha detto il titolare della Farnesina al termine del suo incontro con il consigliere per la Sicurezza nazionale — e non avevo dubbi dell'atteggiamento di assoluto rispetto del mandato elettorale. Da parte americana c'è un cauto ottimismo — ha continuato D'Alema — per una soluzione diplomatica e pacifica della vicenda nucleare iraniana». Il ministro degli Esteri ha inoltre precisato che «il negoziato diretto offerto dagli Stati Uniti all'Iran è stato un fatto politicamente molto importante». D'Alema ha poi aggiunto che c'è un impegno concreto da parte degli Stati Uniti nel sostenere una iniziativa comune internazionale per risolvere la questione iraniana e che, a proposito di un possibile inserimento in futuro dell'Italia nel negoziato con l'Iran «da parte americana non ci sono impedimenti, se si arriva ad un negoziato, per affrontare anche questa possibilità. E l'Italia, già adesso, anche se non coinvolta direttamente nel negoziato ufficiale, è di fatto per il suo ruolo storico e per i suoi rapporti commerciali con l'Iran un importante interlocutore. «L'Iran è stato adesso messo nelle condizioni di dare una risposta chiara alle proposte fatte dagli europei e dagli Stati Uniti. Speriamo di poter ricevere una proposta concreta da parte iraniana prima ancora della riunione del G8. L'impegno italiano in Afghanistan è una questione che si affronta in sede Nato, non è una richiesta del governo americano, non è un tema che si negozia tra il governo italiano e il governo americano». Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha tenuto però a precisare che non ha parlato dell'argomento nel suo incontro con Stephen Hadley. Sulla questione dell'impegno militare italiano, ha ripetuto il ministro, «non è materia di negoziato a Washington, gli americani sono molto rispettosi e corretti nei confronti dell'Italia, più di quanto certe volte non lo siano gli italiani stessi». Nel corso della conferenza stampa seguita all'incontro del ministro con la Rice, il segretario di stato americano, sul delicato tema del carcere di Guantanamo, ha affermato che «gli Usa non hanno nessun desiderio di diventare i carcerieri del mondo» e ha aggiunto che «stiamo prendendo provvedimenti pratici per migliorare la situazione».