Referendum, Berlusconi difende l'alleato Bossi
Ma prima difende Bossi in nome di quel rapporto con la Lega che si conferma strategico per il centrodestra anche se il segretario Udc Cesa non risparmia bordate all'indirizzo del leader del Carroccio. Al centro della bagarre le dichiarazioni del Senatur sul referendum. Bossi ha detto che se dovesse vincere il no «per riformare il Paese bisognerà trovare altre vie perchè non cambierà mai più niente democraticamente». Parole che hanno innescato un vespaio di polemiche anche dentro la Cdl. Berlusconi però in questo momento, con il referendum dall'esito molto incerto, ha bisogno di riaffermare l'asse con la Lega e evitare crepe all'interno della coalizione. Tanto più che le parole di Bossi esprimono il sentire del Nord, vera roccaforte del centrodestra. Sicchè ecco che ieri Berlusconi ha liquidato con poche parole le critiche alle dichiarazioni di Bossi. «Sono polemiche forzate e ipocrite». Poi ha ribadito che vanno spiegati agli italiani i vantaggi a cominciare dalla riduzione delle spese derivanti dal ridimensionamento del numero dei parlamentari». Questa volta Berlusconi è a corto di sondaggi e afferma che «molto dipenderà da quanti italiani andranno a votare». Ma il Cavaliere non si ferma qui. Passa all'attacco della politica estera del governo. «Un disastro, l'Italia sta perdendo credibilità a livello internazionale». Quanto al rapporto con l'alleato americano «lo si chieda ai nostri esportatori negli Stati Uniti o ai ristoratori che stanno in quel Paese». Berlusconi punta l'indice sulla scarsa compattezza della maggioranza. «È un'orchestra stonata in cui ognuno suona la sua musica, correggendo, poi smentendo e rappattumando le dichiarazioni degli altri». Questo perchè all'interno dell'Unione «ci sono due correnti assolutamente inconciliabili fra loro per l'atteggiamento anticapitalistico e antiamericano della sinistra radicale e massimalista e che impone la sua linea a tutto il governo: quella della Margherita e di parte dei Ds, e quella della sinistra radicale». Risultato: «questo governo sta dando una pessima impressione distruggendo il lavoro dei cinque anni precedenti». Berlusconi poi parla dell'occupazione «pervicace e arrogante di tutte le istituzioni da parte della sinistra e di un nuovo imbarbarimento della situazione della giustizia con il tentativo di bloccare la riforma dell'ordinamento giudiziario». E queste non sono solo convinzioni personali, «ci sono i sondaggi a dirlo». Sondaggi, a detta del presidente di FI, che indicano che «il 53% degli italiani sta con la Cdl, mentre la sinistra è al 46,7%». Anche sui conti pubblici, l'ex premier attacca: «È finita la stagione del contenimento delle imposte». L.D.P.