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La moltiplicazione delle poltrone e la divisione delle strutture peserà sulle tasche degli italiani

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La moltiplicazione delle poltrone (con un Governo composto da 102 persone tra ministri, viceministri e sottosegretari), ma soprattutto la divisione delle strutture, costeranno molto cari agli italiani. Ipotizziamo che un 3% si debba applicare unicamente al monte salari: è una approssimazione per difetto in quanto implica che per lavorare i dipendenti pubblici non hanno bisogno di uffici, utenze (elettricità, telefono), macchinari e quant'altro. Il 3% del solo monte salari sarebbe pari allo 0,4% del pil; se si tiene conto delle spese per beni e servizi essenziali alla operatività della Pubblica amministrazione si arriva allo 0,6%. In breve, siamo più o meno al «buco» individuato dalla Commissione Faini come differenziale tra l'indebitamento netto della pubblica amministrazione per il 2006 quale stimato dal precedente Governo e quale valutato dall'attuale. Che buona parte del «buco» si debba imputare allo spacchettamento non solamente in termini di auto blu, uffici di diretta collaborazione e quant'altro ma soprattutto in termini di quella confusione che disorientava gli stessi schiavi di Trimalcione? Qundi impacchettare costa: ci vuole una bella scatola, carta stagnola argentata e un fiocco. Spacchettare costa molto di più, specialmente se si ha a che fare con organizzazioni complesse come grandi aziende e Ministeri. Nel «Satyricon», Petronio, dedica un capitolo ai costi delle riorganizzazioni (delle aziende di Trimalcione) in termini di morale degli schiavi ad esse addetti. Il maestro del management moderno, Peter Drucker, scrive, nel suo più diffuso libro di testo universitario, che, quali che siano i vantaggi di lungo periodo, occorre mettere in conto una spesa aggiuntiva a breve termine pari al 3% dei costi di produzione. L'ex-Presidente della Ford Motor Company ed ex-Ministro della Difesa Usa, Robert S. McNamara si intendeva di gestione di organizzazioni complesse e usava leggere letteratura classica tra una riunione e l'altra (non duravamo mai più di 15 minuti). Aveva probabilmente studiato Petronio perché quando, divenuto Presidente della Banca Mondiale, si decise di riorganizzarla chiese ed ottenne dal Consiglio d'Amministrazione una dotazione supplementare di bilancio. Diecimila dipendenti coinvolti. È difficile giungere a stime quantitative puntuali: esse meriterebbero una vera e propria «due diligence». Si possono, però, citare impressioni ed episodi. In primo luogo, alcuni dati sui grandi numeri: sono coinvolti (nello spacchettamento) almeno 10.000 dipendenti pubblici (un computo esatto non è stato fatto oppure, ove fatto, reso pubblico). A differenza degli schiavi di Trimalcione, hanno propri statuti e regole, nonché organizzazioni sindacali a loro tutela. I 10.000 sono differenziati per amministrazioni che pagano competenze accessorie e quindi remunerazioni molto differenti. Quando nel 2002-2003, una Commissione presieduta dal Giudice Costituzionale (ed ex Ministro della Funzione Pubblica) Sabino Cassese, venne incaricata di studiare come migliorare il funzionamento di quello che allora era il Ministero delle Attività Produttive, Map (parte delle cui funzioni erano state spolpate dalla riforma del Titolo V della Costituzione effettuato nell'ultimo scorcio della XIII legislatura) si trovò a doversi confrontare con il fatto che in pratica al Map esistevano tre scale salariali: una relativa agli ex- dipendenti del Minindustria, una relativa a quelli dell'ex-Mincomes ed una terza per coloro della Direzione Generale (cooperazione) proveniente dal Minlavoro. Ora l'ex-Mincomes è accorpato (non si capisce bene se per unione personale od anche in quanto entità organizzativa al Dipartimento per gli Affari Europei): i suoi addetti riceveranno la loro paga in essere o quella della Presidenza del Consiglio? Un'altra parte dell'ex-Map - il Turismo - è stata scorporata, ma a quel che resta viene aggiunto gran parte dell'ex-Dipartimento per le Politiche di Sviluppo, Dps, (con l'eccezione della Direzione Generale che ser

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