Governo, è già questione di fiducia
Romani Prodi sta per terminare la sua due giorni europea. Dopo Parigi e Vienna, ha appena trascorso una giornata a Berlino in compagnia del cancelliere tedesco Angel Merkel. I giornalisti lo avvicinano e gli chiedono cosa succederà al decreto sullo «spacchettamento» dei ministeri. Prodi risponde senza indecisioni: metteremo la fiducia. «Quattrocento emendamenti - spiega - non sono discutibili quando c'è l'urgenza di prendere delle decisioni. Ricordo che il governo precedente al mio addirittura ha posto la fiducia sulle riforme costituzionali. Non credo quindi che quella di oggi sia una cosa sorprendente». Ma si sbaglia. Infatti, non appena la notizia viene battuta dalle agenzie, la Cdl si scatena. Tutti mettono in evidenza l'assoluta straordinarietà della decisione del governo che, nei fatti, ha posto la fiducia sul primo provvedimento varato. Quello che sta alla base della formazione stessa del governo. L'annuncio della fiducia sullo spacchettamento, però, è solo la chiusura di una giornata che ha visto Prodi passare dai temi seri dei conti pubblici, della politica Estera e della costituzione Ue, ai mondiali di calcio tedeschi. Conti pubblici. Il presidente del Consiglio ha confermato ancora una volta la sua volontà di rimettere presto a posto i conti pubblici. «Entro poche settimane - ha spiegato - presenteremo linee precise per il risanamento». «L'ho già fatto nel 1996 e l'operazione è riuscita. Io mi auguro - ha continuato - possa riuscire anche questa volta». Il premier ha ricordato anche di essere passato «in poco più di un anno» dalla parte di «esaminatore a quella di chi deve fare gli esami», cioè prima da presidente della Commissione Europea ed oggi come primo ministro. Prodi ha detto che «sa come ci si deve comportare» e che le regole europee sono «semplici e vanno rispettate». Dopo aver ribadito che i due punti cardine dell'azione di governo saranno il controllo della spesa ed una «severa» lotta all'evasione. Afghanistan e guerra in Iraq. Sull'Iraq, il presidente del Consiglio, ha ribadito che, in quesate settimane, «il governo ha operato perfettamente in coerenza con quanto programmato e dichiarato». Dopo aver premesso che i rapporti con gli Stati Uniti «sono stati sempre buoni» e aver ricordato di aver lavorato, quando era presidente della Commissione Europea, in tanti campi con il presidente Bush, Prodi ha parlato di quello che ha definito il «problema iracheno». Il premier ha anche spiegato che la missione del vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema a Washington «sarà un ulteriore passo perché anche il rientro dall'Iraq sia senza tensioni e senza problemi». Il ritiro delle nostre truppe, ha aggiunto, sta avvenendo non «alla maniera spagnola ma in quella olandese». Sull'Afghanistan, invece, Prodi si è limitato a ribadire che la presenza dei militari italiani «non è in discussione». La politica europea. Italia e Germania, ha detto Prodi, sono d'accordo che è necessario «lavorare per rafforzare i mercati finanziari europei», e quindi rafforzare il rapporto tra Erunext e Borsa tedesca. Prodi ha aggiunto che bisogna costruire «un sistema di contrattazione finanziaria che sia supporto alla Ue che nasce». Ma il rapporto tra Italia e Germania non riguarderà solo la finanza. È un rapporto «assolutamente fondamentale», ha detto il premier, anche perché la politica europea è «un punto di riferimento» della politica estera italiana. Per questo il Professore ha parlato anche delle sfide su cui sarà possibile mettere in atto una convergenza tra i due paesi. Anzitutto sul delicato dossier della riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma poi anche suol futuro della Ue. Prodi ha ricordato che i tre Paesi fondatori dell'Europa, Italia, Francia e Germania, devono avere «senso di responsabilità per il futuro dell'Europa». Per questo ha rilanciato il processo che dovrebbe portare all'approvazione della Costituzione Europea. «Il periodo di peggior depressione è passato - ha detto - e oggi «abbia