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di MAURIZIO PICCIRILLI CAMBIO della guardia e riduzione degli organici, lungamente annunciata: la Brigata ...

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Al suo posto arriva la Garibaldi. Da ieri saranno quindi 1.600 i nostri soldati in Iraq, per fine mese, la metà esatta rispetto al picco massimo di presenze, 3.200, di inizio missione e mantenuta per oltre due anni dal giugno 2003 fino a settembre dell'anno scorso, quando il contingente è sceso a 2.900. Lo scorso gennaio, in concomitanza con l'arrivo della brigata Sassari, un ulteriore taglio: 2.600 uomini di tutte le forze armate, la consistenza che è stata mantenuta finora. «Sono fiero e orgoglioso di quanto avete fatto per la rinascita dell'Iraq, per l'aiuto fornito alla popolazione locale nello spirito della missione assegnata», ha detto ai suoi militari il generale Natalino Madeddu, capo della Brigata Sassari alla cerimonia di consegna del comando al generale Carmine De Pascale della Garibaldi. «Ma soprattutto per l'umanità con la quale lo avete fatto. Questa non la si può insegnare: vi appartiene e nessuno mai ve la potrà sottrarre». Per il contingente italiano, basato sulla sulla «Sassari», alla quale subentra la Garibaldi, comandata dal generale Carmine De Pascale, sono stati cinque mesi di intensa attività. Il numeri del lavoro svolto durante i 150 giorni di permanenza a Nassiriya sono un bilancio lusinghiero: 5.873 attività operative di vario genere per le quali sono stati impiegati, quotidianamente, tra i 700 e i 1.000 uomini. 2.539 munizioni di piccolo, medio e grosso calibro rinvenute e distrutte; - 463 soldati dell'Esercito e 316 agenti delle Forze di Sicurezza irachene addestrati ed equipaggiati. Spesi 8.000.000 di dollari nel campo della cooperazione civile-militare finalizzati alla realizzazione, in stretto e prioritario raccordo con le autorità locali, di progetti mirati alla ricostruzione e allo sviluppo nel settore della salute, dell'istruzione, dell'energia, della sicurezza, del ripristino della rete elettrica, idrica e di quella viaria, della giustizia e della tutela del patrimonio culturale ed archeologico. Un'attività che si è espressa anche nell'invio in Italia di civili bisognosi di cure: 19 in totale , 12 dei quali bambini. In una nota del Italian joint task force si legge: «La Brigata Sassari, con le varie componenti operative dell'Esercito, della Marina, gli avieri del 6/o Reparto Operativo Autonomo dell'Aeronautica militare, i Carabinieri del reggimento MSU e i Soldati del 280/o battaglione di fanteria rumeno, lascia la terra irachena nella consapevolezza di aver assolto la propria missione, ancorchè segnata dal tributo di sangue versato per la nobile causa della pace, avendo dato prova - ancora una volta - di elevata professionalità, tenace impegno umanitario ed esemplare spirito di sacrificio».

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