Buttiglione: «La battaglia non è finita»
«C'è profonda delusione - dice a caldo dopo il voto - per il comportamento degli amici della Margherita che evidentemente non hanno retto alle pressioni che sono state esercitate su di loro». «Mi rendo conto - aggiunge Buttiglione- che questo è soltanto l'inizio di una battaglia, e mi auguro che quando si andrà ad affrontare la questione dei contenuti, cominciando da giovedì prossimo abbiano il coraggio di rendere testimonianza ai valori in cui credono e pre i quali, oltretutto, sono stati eletti». «Gli elettori cattolici - continua - che hanno votato la Margherita lo hanno fatto nella convinzione che la Margherita desse battaglia in difesa di questi valori. Le logiche di schireamento non possono prevalere sui diritti della coscienza». Ma l'ex ministro del governo Berlusconi non demorda, la guerra infatti non è ancora finita e il voto di ieri sera al Senato, semmai, è una battaglia presto. Per questo Buttiglione lancia quella che sembra una minaccia, ma anche un appello ai colleghi dell'Unione affinché «recuperino» il senno. «Nonostante questo voto - dice - la decisione vera si prenderà tra l'11 e il 24 luglio e per quella data contiamo di essere riusciti ad avere una votazione che cambi la posizione del governo italiano».