Prodi imbavaglia i ministri

Ieri, infatti, a palazzo Chigi è andata in onda la seconda puntata del conclave umbro di San Martino in Campo. Se un settimana fa erano stati i ministri a ricevere da Prodi indicazione per cercare di arginare il valzer di esternazioni che aveva segnato i primi passi dell'esecutivo, ieri è toccato al portavoce del Professore Silvio Sircana «catechizzare» i suoi colleghi. Così ieri mattina, poco dopo le 11, gli «uomini e le donne della comunicazione» del governo Prodi hanno varcato il portone di palazzo Chigi per quella che si preannunciava come una riunione «fuoco e fiamme». Erano in molti, infatti, a temere l'ira di Sircana. Un'ira che, viste le premesse, appariva tutt'altro che ingiustificata. Dopotutto, nel giro di 20 giorni il governo è riuscito a dire tutto e il contrario di tutto. La palma del più loquace spetta sicuramente al titolare del dicastero dei Trasporti Alessandro Bianchi che ha spaziato a 360° passando dalle dichiarazioni filocubane («Fra qualche anno Cuba sarà in grado di primeggiare nel mondo») e antiamericane («Bush è un guerrafondaio con i paraocchi») alla battaglia del Ponte sullo Stretto ingaggiata con Antonio Di Pietro che lo ha zittito con un democratico «sul Ponte decido io». Ma i suoi colleghi non sono stati da meno. Che dire infatti delle esternazioni sul tema immigrazione del nuovo ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero? E della «zapatera» Rosy Bindi finita nell'occhio del ciclone per aver aperto un po' troppo alla regolamentazione dei Pacs? Il capolavoro resta, però, l'intervista concessa da Prodi al settimanale tedesco Die Zeit. Intervista dove il Professore è riuscito, nell'ordine, a: etichettare come «folkloristici» Prc e Pdci, accusare Berlusconi di «aver schiavizzato l'Italia», definirsi come il premier dei laureati («ho ottenuto pochi voti dalle casalinghe»). Il tutto lasciando a bocca aperta Silvio Sircana che, infatti, è stato costretto a fare i salti mortali per recuperare. Proprio per questo ieri, chi ha partecipato al «conclave dei portavoce» si aspettava direttive rigide. Magari un decalogo del perfetto comunicatore. Invece no. Anzi, Silvio «il calmo», ha esordito con un vero e proprio «mea culpa». «Veniamo da una settimana difficile» avrebbe detto, facendo chiaro riferimento all'intervista a Die Zeit a agli errori commessi dall'ufficio stampa di palazzo Chigi nel gestire l'intera vicenda. Poi spazio ai suggerimenti. Sircana avrebbe invitato tutti i portavoce a mettere in atto una comunicazione seria e concreta evitando gli eccessi del «berlusconismo» e comunicando solo i fatti. Niente decaloghi quindi ma inviti ripetuti alla collegialità (per ridurre al minimo i colpi di testa) e alla riduzione dei costi. Su questo versante Sircana avrebbe anche lanciato l'idea di arrivare, a breve, ad una rassegna stampa unica che verrebbe coordinata da Palazzo Chigi e vedrebbe la presenza di «dorsi» personalizzati per ciascun ministero. Insomma il nuovo corso è iniziato. Ora bisogna vedere se durerà. In molti, infatti, ricordano quando, cinque anni fa, anche Paolo Bonaiuti, predecessore di Sircana a palazzo Chigi con Silvio Berlusconi, provò ad «addestrare» i portavoce del nuovo governo. Era l'estare del 2001. Il Governo Berlusconi era appena stato formato e Bonaiuti convocò tutti per coordinare le uscite pubbliche ed evitare voci fuori dal coro. Il «generale agosto» era alle porte e il portavoce del Cavaliere voleva evitare eccessi di protagonismo. Anche allora, come oggi, Bonaiuti aveva pensato ad un coordinamento permanente che doveva riunirsi periodicamente, ma non ebbe fortuna e, dopo quella prima riunione, il progetto naufragò. Oggi Sircana ci riprova e, ovviamente, non ha nessuna intenzione di ricalcare le orme del suo predecessore. Intanto sembra essere riuscito nell'impresa di fermare la «valanga» Bianchi. Il ministro dei Trasporti, infatti, ha assunto come proprio portavoce Luigi Irdi, un passato in Ferrovie dello Stato dove ha avuto modo di la