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Parità nella doppia sfida in provincia di Chieti

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Nella votazione di ballottaggio erano impegnate Lanciano e Vasto, le due città più grandi del territorio dopo il capoluogo. Hanno vinto in entrambi i casi i candidati già in vantaggio al primo turno e dati per favoriti. Linea della continuità a Lanciano dove il sindaco uscente, Filippo Paolini, ha ottenuto il 63,7% dei consensi battendo nettamente lo sfidante Gaetano Pedullà, fermo al 36,3. Paolini si è affrettato a dire che continuerà a essere il sindaco di tutti, «anche dell'avvocato Pedullà» nei confronti del quale è al secondo consecutivo successo. La stessa sfida era già stata proposta agli elettori nel 2001, e allora Paolini aveva vinto già al primo turno, con una percentuale addiriturra superiore (63,8%) a quella con la quale ha ora guadagnato la conferma. Lo hanno sostenuto Forza Italia, il suo partito, l'Udc e alcune liste civiche di centrodestra, nelle quali hanno trovato spazio pure dissidenti di An. Alleanza nazionale aveva infatti scelto nel primo turno di appoggiare un altro candidato, Nicola Fosco, a sua volta già in passato primo cittadino di Lanciano. Tra i due turni An ha cercato di riaccostarsi a Paolini, invitando i suoi elettori a votare per il sindaco uscente. Non c'è stato tuttavia alcun apparentamento e neppure un semplice accordo politico. Per ora l'unico candidato eletto dal partito di Fini è, alla pari dei quattro della lista civica di Fosco, formalmente all'opposizione, anche se i discorsi sono tutti aperti. Risultato opposto a Vasto dove il diessino Luciano Lapenna ha conquistato un Comune gestito negli ultimi tredici anni dal centrodestra e prima, sin dal dopoguerra, sempre dalla Democrazia cristiana. Lapenna, in vantaggio già dal primo turno, ha avuto l'importante appoggio del giornalista Giuseppe Forte, ex dc ed attualmente esponente della Margherita che aveva tentato la corsa a sé contro il suo stesso partito, schierato con tutta lUnione accanto a Lapenna, e che aveva conquistato un ragguardevole 20% nella consultazione di 15 giorni or sono. Tra Lapenna e Forte c'è stato un accordo politico grazie al quale la maggioranza di centrosinistra è ora bulgara: 21 consiglieri contro i 9 acquisiti dall'opposizione. Forte in cambio sarà presidente del Consiglio comunale e avrà due assessorati per i suoi uomini. Il centrodestra si è ricompattato invece al secondo turno intorno a Giuseppe Tagliente e ha conquistato un dignitoso 40,2% ma non è riuscito a superare le profonde lacerazioni che da mesi ne condizionano l'operato a Vasto. Il primo cittadino uscente Filippo Pietrocola non è stato ricandidato e la coalizione è scesa in campo con due aspiranti sindaco: Tagliente, appunto, e Guido Giangiacomo, entrambi esponenti di una Forza Italia che non ha saputo imporre una logica di partito. Molti invocavano le primarie, nell'uno e nell'altro schieramento, ma si sono preferite altre strade. Ora tutti, a Vasto come a Lanciano, invocano il valore dell'unità, ma nella realtà dei comportamenti sino a ieri hanno prevalso le divisioni. Era clima da campagna elettorale. Ora ci sono i sindaci e i consigli comunali. Bisogna governare o fare opposizione, ed è un'atra storia. Tutta ancora da scrivere.

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