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di LUIGI FRASCA BRUXELLES — Nessuna decisione riguardo un'eventuale manovra bis, nessuna tabella di ...

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Il presidente del Consiglio è tornato ieri a Bruxelles nella sua prima visita ufficiale all'estero dopo il giuramento del governo e, inevitabilmente, è stato inseguito dalle domande dei cronisti sulla situazione dei conti pubblici italiani. Un argomento, questo, che non è stato trattato durante l'incontro con Barroso, ma che è stato invece oggetto di discussione sia durante un incontro informale con il Commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, sia nel corso della visita ufficiale con il capo dell'eurogruppo, nonchè premier del Lussemburgo, Jean-Claude Juncker. Come ha ricordato lo stesso Juncker, «il governo sta esaminando le cifre più importanti del bilancio in modo che il ministro italiano possa presentare il punto di vista dell'Italia all'eurogruppo del 10 luglio». In attesa di questa data, Prodi ha chiarito che non c'è ancora una tabella di marcia per il rientro del deficit al 3%. E di tempi, del resto, non si è parlato neanche con Juncker, ha aggiunto. «Non abbiamo toccato questo tema, proprio per lo stesso motivo per cui non l'ho toccato l'altra sera - ha infatti spiegato Prodi - Cioè, prima abbiamo bisogno di conti precisi: noi sappiamo quanto riusciamo a fare di aggiustamento ogni anno, dobbiamo essere certi sul punto di partenza in cui siamo». Certo è, ha ribadito Prodi, che il quadro dei conti pubblici «desta molta preoccupazione. È chiaro che lo guarderemo con l'ottica di costruire una politica di risanamento e di rilancio». E poi: «Non abbiamo assolutamente rinunciato al discorso di fare risanamento e rilancio insieme - ha proseguito Prodi scandendo le sillabe della parola "assolutamente" - Cioè, la politica dei due tempi non esiste sotto questo aspetto». Juncker, intanto, ha illustrato a Prodi le sue «idee» sul risanamento delle finanze pubbliche italiane. «Il governo italiano, quello vecchio ma vale anche per quello nuovo, si è impegnato a ridurre in modo strutturale il deficit italiano nel 2006 e nel 2007 dell'1,6% - ha dichiarato - questa è un'esigenza fissata e che resta valida». Prodi ha quindi «riflettuto in generale» con Juncker «sulla strategia da seguire» in fatto di conti pubblici, limitandosi ad uno «scambio di idee, non ancora con alcun elemento di decisione», come ha affermato lo stesso presidente del Consiglio al termine dell'incontro. Da parte sua, in mattinata, la portavoce di Almunia aveva affermato: «Ci attendiamo che il governo italiano applichi rigorosamente la Finanziaria di quest'anno e ne adotti una per 2007 che segua lo stesso percorso di consolidamento secondo le linee indicate dall'Ue. Abbiamo sentito tutti i commenti provenienti dall'Italia sulla situazione di bilancio e sull'elevato livello del debito. È importante ritrovare una certa credibilità e ridurre il debito. C'è una preoccupazione legittima e ci sono segnali incoraggianti». A chi gli chiedeva notizie sul possibile rinvio di un anno del rientro del deficit al 3% (dilazione già concessa, ad esempio, alla Germania), Prodi non ha smentito tenendo comunque a sottolineare: «Non siamo ancora arrivati a richieste specifiche». Così come «non abbiamo deciso nulla» su un'eventuale manovra bis, ha precisato.

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