Amato: «Continuerò a occuparmi dell'Europa»
Il ministro degli Interni: «La distinzione tra affari extranazionali e domestici ormai è sorpassata»
Questo, in estrema sintesi, il saluto di Giuliano Amato, neoministro dell'Interno, ai lettori della rubrica «Lettere Europee» del Sole 24 Ore, della quale Amato è curatore ormai da tre anni. «Scrivo questa lettera più breve delle altre per spiegare le ragioni che mi inducono a sospendere una rubrica alla quale, almeno io, ero affezionato». «Le ragioni si legano al mio nuovo incarico da ministro — ha spiegato Amato — ma sarebbe sbagliato pensare che, in quanto destinato agli Interni, io non abbia più modo di occuparmi d'Europa». «Al contrario — ha assicurato — se c'è un terreno che dimostra quanto entra nella nostra vita quotidiana quello che fa l'Europa e quanto sia divenuta caduca la distinzione tra affari domestici e affari europei, questo — ha spiegato il ministro — è proprio il terreno d'azione del ministero degli Interni». «Il mio ambito di lavoro sarà infatti lo spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia, che è attualmente una delle aree più vitali dell'impegno comune europeo». «Ha dentro di sè — ha sottolineato il ministro — i temi dei rifugiati e dell'asilo, dell'immigrazione clandestina, dei visti e dei permessi di soggiorno, delle regole comuni sulle condizioni degli immigrati legali nei nostri paesi, delle indagini di polizia di interesse transfrontaliero, della gestione comune delle frontiere». Amato di cose da dire ne avrebbe ancora dunque, soprattutto sull'argomento Europa, ma ha deciso di sospendere per due ragioni. «La prima — ha spiegato il ministro — è la difficoltà in cui ora mi potrei trovare nel rispettare i tempi di pubblicazione. La seconda, ancora più importante, è che i miei racconti, i miei giudizi, non potrebbero che essere quelli del ministro, chiamato a difendere le scelte sue e del Governo di cui fa parte. Una difesa — ha spiegato Amato — più che legittima, ma un giornale indipendente come il Sole 24 Ore non è la sede in cui essa possa e debba aver luogo». «Di qui la mia decisione, condivisa dal direttore — conclude la lettera — di non chiudere, ma di sospendere la rubrica».