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Comunali, a Roma una sfida in piazza

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Veltroni, ancora in ospedale, ha registrato un videomessaggio trasmesso sui maxischermi

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Il centrosinistra invece ha puntato su una chiusura «itinerante», con tanti ecenti in cinque piazze diverse. La CdL si gioca la vittoria alle amministrative romane in un «catino» gremito di centinaia di persone tra militanti, bandiere, striscioni. La ribalta è divisa in due gradinate e «al piano di sotto» ci sono i candidati alle presidenze dei Municipi e i segretari di partito romani. Il punto di partenza è la difesa dell'identità nazionale: «Ci vogliono rispetto e ci vuole tolleranza ma la legge è legge e chiediamo l'espulsione dei clandestini», tuona Fini facendo eco a Gianni Alemanno: l'identità è il primo degli argomenti che il candidato tratta perché «non bisogna consentire agli islamici di fare in Italia quello che noi non possiamo fare nei paesi arabi». Casini chiude il cerchio faendo leva sui valori cristiani che contraddistinguono l'Italia, Roma e la Casa delle Libertà. La piazza risponde a tono: i cori sono indirizzati ad «Alemanno sindaco di Roma» e ritmati da «chi non salta comunista è». A rubare la scena ci pensa Silvio Berlusconi: approdato a Roma da Milano (con un leggero ritardo sulla scaletta) sente la vittoria in tasca e cerca la riscossa della CdL perché «le politiche ci hanno lasciato l'amaro in bocca». Berlusconi interrompe il discorso di Casini, impugna il microfono e saluta la platea. Finito il discorso del leader dell'Udc dà il via a un «discorso-comizio»: con la voce roca dopo una maratona ininterrotta di campagna elettorale domanda a una platea in subbuglio: «È vero o no che abbiamo subito un furto il 9 aprile?» e giù con gli applausi che accompagnano un discorso tutto volto al «senso di rivincita» contro «quegli undici ministri comunisti che per una manciata di voti hanno occupato tutte le istituzioni». Il popolo del centrosinistra invece si è dovuto accontentare di un Veltroni «virtuale», presente con un messaggio registrato dall'ospedale dove sta curandosi da un'infezione renale e trasmesso sui maxischermi delle piazze. Sessantacinque secondi per un messaggio di ringraziamento e di saluto, un videomessaggio accolto con gli appalusi delle centinaia di persone che ieri si sono riunite per assistere agli spettacoli offerti da oltre 42 artisti, come Roberto Benigni, Carlo Verdone, Renato Zero. «Mi dispiace di non essere con voi per le manifestazioni di chiusura della nostra campagna elettorale nelle periferie - ha detto Veltroni - abbiamo deciso di farla così perché questa è una campagna elettorale amministrativa, civica, non una campagna politica in formato ridotto. Nelle periferie, appunto, dove si è concentrato il nostro sforzo amministrativo in questi anni». Benigni dal palco punta dritto verso Silvio Berlusconi, «la sua telefonata a Veltroni? — chiede in modo retorico riferendosi agli auguri dell'ex premier al sindaco — in realtà l'ho fatta io, Berlusconi è troppo occupato a contare qualsiasi cosa gli capiti sotto mano, non ha certamente tempo per le telefonate». A fare le veci del sindaco sui cinque palchi, il presidente della Regione, Piero Marrazzo, il presidente della Provincia, Enrico Gasbarra, il vicesindaco e gli assessori. L'ultima frecciata elettorale la lancia Marrazzo: «Abbiamo ceduto piazza del Popolo alla Cdl perchè lunedì andremo noi a festeggiare la vittoria».

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