Tripi: «Bene il pressing sul fisco»
Bene ha fatto il presidente della Confindustria Montezemolo a insistere su questi punti». Alberto Tripi, industriale romano di punta, re dei call center (presidente del gruppo AlmavivA ma anche di Federcomin e di Fida) si dice soddisfatto della relazione di Montezemolo all'assemblea della Confindustria. «È una relazione ottima, incisiva soprattutto perchè contiene ampi riferimenti ai settori dell'innovazione e dei servizi che sono ormai la parte preponderante dell'economia del Paese». Quale è il messaggio che il governo Prodi dovrebbe cogliere dalle parole di Montezemolo? «È importante il richiamo alla necessità di politiche mirate all'innovazione e di processi capaci di coltivare l'eccellenza anche in settori tradizionali». Ma Montezemolo ha insistito anche sul fisco. «Le imprese hnno bisogno di un nuovo slancio ma soprattutto di strumenti concreti che sono stati indicati con chiarezza. Tra questi la riduzione di almeno 5 punti subito del cuneo fiscale e una profonda riflesione sull'Irap dove Montezemolo ha dichiarato l'interesse di Confindustria a confrontarsi immediatamente con il governo». Un passaggio molto applaudito è stato quello sulla eccesiva presenza pubblica nel mercato. Lo condivide? «La modernizzazione del Paese passa attraverso l'esigenza di contenere la presenza pubblica ipertrofica nell'economia. Nel settore che interessa le imprese informatiche che operano per la pubblica amministrazione locale siamo arrivati al paradosso che il 43% circa del mercato è occupato da società regionali a totale controllo pubblico. Questo sottrae al mercato dei privati una fetta importante di opportunità. La strada non è quella di contrapporre pubblico a privato ma di creare una possibilità di costruire insieme un'amministrazione più moderna attraverso partnership e società miste». E la legge Biagi? Cancellarla sarebbe un danno per le imprese informatiche? «È del tutto condivisibile il richiamo di Montezemolo sul rifiuto della falsa equazione tra flessibilità e precarietà. La legge Biagi va completata con le direttive che erano state annunciate dal precedente governo ma non eliminata».