Parisi: «Via dall'Iraq prima possibile»
L'accelerazione è nell'adempimento degli impegni che abbiamo preso con gli elettori durante la campagna elettorale presentando il nostro programma». «Ieri - afferma il ministro conversando al ministero della Difesa con alcuni giornalisti - mi sono incontrato con il ministro degli Esteri D'Alema per ragionare sui tempi e sulle modalità relative al ritiro delle truppe, del nostro contingente dall'Iraq, e per discutere della riconversione del nostro impegno per la ricostruzione di quel paese e per il rafforzamento di quella democrazia, in accordo con il governo iracheno e con le altre parti interessate». «Domani mattina (oggi ndr) - prosegue Parisi - io e il ministro degli Esteri riferiremo al presidente del Consiglio sulle diverse opzioni e continueremo il lavoro avviato». Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, incontrando i giornalisti a Palazzo Baracchini ha affrontato anche il problema delle delle servitù militari in Sardegna. «Tutte le regioni del Paese - ha spiegato Parisi - danno un contributo al sistema della difesa, offrendo una parte del proprio territorio. Onestamente, noi riconosciamo alla Sardegna un contributo di gran lunga superiore a quella che sarebbe la quota di competenza, fatto che ha una spiegazione storica». Quindi, ha osservato, «abbiamo preso l'impegno durante la campagna elettorale di confrontarci con la Giunta regionale sarda per riconsiderare misure, tempi e forme di questo impegno». Il neo ministro della Difesa è intervenuto anche sulla festa del 2 giugno. «È la festa della Repubblica, di una Repubblica che ha scritto nell'articolo 11 della Costituzione il suo ripudio per la guerra», ha affermato il ministro della Difesa, Arturo Parisi. E a rigurado alle polemiche sulla sfilata militare ha precisato: «Sulle forme della festa si può sempre discutere e ne ragioneremo sempre. Quello che è importante è che i cittadini sappiano che quella che celebriamo il 2 giugno è la festa della Repubblica. Di una Repubblica che ha affidato alle forze armate e allo stesso Ministero che le guida il compito della difesa della pace sul terreno nazionale e nel mondo, all'interno delle organizzazioni internazionali».