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L'economia italiana rischia il declassamento

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A dare i voti al Belpaese è l'agenzia di rating Usa «Fitch», che ha messo il nostro debito «sotto osservazione» per una eventuale «retrocessione» dall'attuale «AA». La decisione «riflette il continuo deterioramento dei conti pubblici e la possibilità di portare nel medio termine il rapporto debito-pil su una solida tendenza di riduzione». A questo si unisce «il chiaro declino della competitività dell'economia». Fitch attende di terminare la valutazione sul rating italiano in un arco di tempo che va dai prossimi 3 a 5 mesi e l'esame «si concentrerà sulla possibilità che venga messo in atto un credibile pacchetto di misure di consolidamento di bilancio, sullo stato attuale dei conti pubblici e sulle prospettive di crescita economica a medio termine». Il nostro deficit-pil si è allargato al 4,1% nel 2005 dal 3,4% del 2003 - spiega Fitch - contestualmente a un aumento della spesa primaria sul pil dello 0,6% e un calo dei ricavi dello 0,2%. Il bilancio primario è stabilmente sceso allo 0,5% del pil nel 2005 da 4,4% nel 2000. La debole crescita economica degli ultimi 5 anni ha contribuito al deterioramento e offre poco aiuto stante il chiaro declino registrato dall'Italia nel tasso potenziale di crescita. Quanto al debito pubblico, è salito al 106,4% del pil a fine 2005 da 103,8% di fine 2004, il primo aumento dal 1995. Come è accaduto negli anni recenti - prosegue Fitch - gli obiettivi di bilancio non saranno centrati nemmeno quest'anno. Le previsioni ufficiali per il deficit-pil sono già state riviste al rialzo al 3,8% dal 3,5% dichiarato a dicembre 2005 nell'aggiornamento del programma sul Patto di Stabilità e le recenti dichiarazioni governative indicano i rischi di uno sforamento ulteriore.

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