L'offerta dell'Unione non convince la Cdl
E se allora era toccato al braccio destro di Prodi Ricky Levi, stavolta sarà il presidente del gruppo dell'Ulivo al Senato Anna Finocchiaro a dialogare con la minoranza. Una minoranza che però, almeno per il momento, non ha nessuna intenzione di dialogare. Silvio Berlusconi ha infatti fatto sapere che la Cdl non si siederà al tavolo per «discutere di questa elemosina». «La sinistra - ha detto il leader di Forza Italia - prima ha occupato tutto quello che era importante e poi viene ad offrirci la presidenza di commissioni in cui siamo in minoranza. Credo che sia una presa in giro, per questo abbiamo deciso, di comune accordo, di non sederci neppure al tavolo per discutere». E anche nell'Unione sono in molti ad esprimere perplessità su quella che considerano una «trattativa inopportuna». «Prendiamoci - dice il capogruppo dell'Udeur a Montecitorio Mauro Fabris - le Commissioni alla Camera dove c'è una maggioranza larga. E al Senato, se non c'è la maggioranza, organizziamoci di conseguenza». Parole che lasciano intendere la strategia contrattuale del centrosinistra, soprattutto a palazzo Madama. Qualora la Cdl rifiutasse il dialogo, infatti, l'Unione sarebbe già pronta a conquistare, con i propri voti (e l'aiuto dei 7 senatori a vita), 10-11 presidenze sulle 14 disponibili lasciando alla minoranza alcune commissioni minori. In caso opposto il centrodestra potrebbe ottenere un paio di presidenze tra Esteri, Difesa, Giustizia o Attività Produttive. Non certo la Bilancio e l'Affari Costituzionali che sono considerate «incedibili». Ma c'è un altro scenario che sembra aprirsi nelle ultime ore. La Cdl potrebbe rifiutare ogni accordo e tentare di strappare le presidenze sfruttando la regola che, in caso di parità tra i candidati, vedrebbe eletto il più anziano. A parti invertite, nel 1994, il centrosinistra riuscì ad ottenere ben 8 presidenze.