I ministri del nuovo esecutivo all'attacco delle riforme del centrodestra Ferrero (Prc): «Più immigrati». Pecoraro Scanio: «Delega ambientale, si cambia»
«Decideremo collegialmente - aveva detto lasciando la Camera martedì dopo aver ottenuto la fiducia -, ho chiesto ai ministri di non fare dichiarazioni se prima non sono state prese decisioni collegiali. Sono contrario al carnevale delle dichiarazioni». Parole che non devono essere arrivate a destinazione visto che ieri, come se niente fosse, i membri dell'esecutivo hanno continuato ad esternare. Certo, in molti hanno usato lo stratagemma lessicale di nascondere le loro proposte dietro la formula neutra «dovremmo comunque decidere collegialmente», ma la sostanza non cambia. Anche il leit motive delle dichiarazioni, su per giù, è sempre lo stesso: modificare (se non addirittura stravolgere) tutte le riforme realizzate dal governo Berlusconi. Così ieri il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, in visita al Cpt di Lampedusa, ha annunciato che entro «i tempi tecnici» adotterà un nuovo decreto per regolarizzare 480mila persone immigrate in Italia. «Non ci piace definirla sanatoria di immigrati - ha affermato Ferrero - ma si tratta di rendere visibile queste persone che già nei mesi scorsi avevano chiesto di essere regolamentate attraverso le domande inoltrate». Parole che hanno ovviamente sollevato le proteste del centrodestra. «Quanto ha dichiarato il ministro Ferrero - ha detto l'estensore della legge Bossi-Fini Alfredo Mantovano (An) - fa tornare l'Italia indietro di cinque anni, nega la stessa differenza fra immigrato regolare e irregolare, contrasta con le risoluzioni dell'Ue, rischia in concreto di richiamare in Italia clandestini dall'intero bacino del Mediterraneo, e oltre. Quali saranno i criteri per "regolarizzare" i 480.000 extracomunitari di cui parla il ministro?». Mentre il presidente dei deputati della Lega Nord Roberto Maroni ha attaccato la sinistra che «vuole aprire indiscriminatamente le porte agli immigrati clandestini». Ma se Ferrero se l'è presa con la politica della Cdl in tema di immigrazione i suoi colleghi non sono stati da meno. Il titolare del Lavoro Cesare Damiano (Ds), ad esempio, è tornato a parlare di Legge Biagi. «Non la abrogheremo nè la completeremo - ha detto -: la riscriveremo tenendo ciò che è utile ed eliminando il superfluo». Posizione molto simile a quella del Guardasigilli Clemente Mastella che ieri ha incontrato i rappresentanti dell'Associazione nazionale magistrati e i vertici della Cassazione. «Ho confermato all'Anm che ci sarà una moratoria su alcuni aspetti della riforma» ha detto il neoministro della Giustizia al termine dell'incontro. «Ho apprezzato - ha continuato Mastella - soprattutto due cose: la prima è che non pretendono che ci sia da parte di questo Governo una ars demolitoria, la seconda è quella di averli trovati concordi sul fatto che dobbiamo ricostruire, in maniera paziente ed umile, quello che era stato dissolto pregiudizialmente e preventivamente. Vedremo e chiederemo a tutti». Più duro il titolare dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio che ha preso di mira la delega ambientale e la Patrimonio Spa. «Nel preconsiglio - ha detto il ministro parlando dello stato di salute dei parchi italiani - abbiamo annunciato la nostra disponibilità a presentare un provvedimento urgente in Consiglio dei ministri per sospendere l'efficacia della delega ambientale. Siamo pronti anche a un decreto legge per vietare le conseguenze dannose del Ddl ambiente». Il che significa bastoni tra le ruote alle grandi opere. Mentre sulla società creata dal governo Berlusconi per gestire il patrimonio immobiliare dello stato Pecoraro Scanio non ha usato mezzi termini: «Bisogna abolire alcune Spa sbagliate, come la Patrimonio Spa». Salvo aggiungere in extremis (forse memore dell'editto prodiano): «Credo che Patrimonio Spa abbia già fallito in sè. Comunque era solo un esempio: una decisione di questo genere spetta all'esecutivo nella sua collegialità». Chiude la carrellata la segreteria della Quercia che in vista del referendum costituzionale del 25 giungo ha ribadito