Ha il tumore ed è incinta ma rifiuta le cure oncologiche
La bimba nascerà di sette mesi perchè il carcinoma che ha colpito la mamma si sta espandendo e la donna ha bisogno di cure radioterapiche che finora ha rifiutato, per non compromettere la vita della figlia. La «mamma coraggio» si chiama Tonia Accardo, ha 31 anni, laureata in giurisprudenza, è impiegata allo Sportello Unico di Ercolano, è nata a Torre del Greco dove vive con il marito Nicola Visciano, commercialista di 37 anni. La coppia è sposata da tre anni. Per due anni Tonia e Nicola hanno cercato in tutti i modi di avere un figlio. Poi ad agosto di un anno fa la scoperta della malattia: Tonia ha un tumore alla ghiandola salivare sottolinguale. A settembre si opera, l'intervento, pur riuscendo, non basta però a debellare il male. Servono cure aggressive, il primo ciclo di chemioterapia viene fissato a ottobre, ma a ottobre Tonia scopre anche di essere incinta. Il ginecologo le consiglia di abortire. Ma la donna non vuole interrompere la gravidanza: «Ero troppo felice al pensiero di quella gravidanza - racconta - mai e poi mai avrei deciso di interromperla. Mio marito era preoccupato per la mia salute, e in verità lo è ancora. Ma davanti al mio entusiasmo, alla mia serenità, al mio ottimismo ha dovuto necessariamente cedere e sostenere la mia scelta». Una scelta d'amore che lei minimizza: «Ho seguito soltanto il mio cuore». Per sette mesi rifiuta la chemioterapia e qualsiasi altra cura. Il tumore alla ghiandola salivare produce metastasi, fino a invaderle il collo. Si rivolge ai migliori specialisti d'Italia, ma nessuno si assume la responsabilità di operarla. «Mi dicevano tutti che dovevo rinunciare al bambino se volevo continuare a vivere - spiega - Ora so di aver commesso un solo errore: non essermi affidata subito ai medici del Pascale». All'Istituto dei tumori di Napoli l'equipe del dottor Franco Ionna, primario del reparto di Otorinolaringoiatria-Maxillofacciale, accetta di condividere la sua scelta. Due settimane fa viene predisposto il secondo intervento chirurgico. «Nessuna eventualità poteva essere trascurata - spiega il primario - Dovevamo essere pronti anche per un parto cesareo d'emergenza. L'intervento è durato cinque ore, abbiamo asportato un carcinoma dalla ghiandola salivare sottolinguale con metastasi che si erano formate fino al collo. L'operazione è riuscita, ma la signora adesso ha bisogno di cure radioterapiche. Ecco perchè la bambina nascerà prima dei nove mesi». Sofia nascerà il 10 giugno a Villa Betania. «Io e mio marito abbiamo deciso di chiamarla Sofia - dice ancora Tonia - come Sofia Loren, una donna forte e piena di vita». Secondo l'«esperta», casi come quello della donna napoletana sono rari ma sicuramente con decisioni da parte delle donne interessate, ben ponderate. Osserva Antonella Surbone, oncologa alla scuola europea di oncologia diretta da Umberto Veronesi e docente di etica medica alla New York University: «Nella mia esperienza posso affermare che non mi è mai capitato di vedere madri che prendono decisioni irrazionali. Si tratta di decisioni difficilissime per tutti ed occorre dare un'informazione appropriata nel rispetto dell'autonomia della paziente che non va lasciata sola». In questi casi è fondamentale il ruolo del medico e il rapporto che si instaura con la paziente e la sua famiglia, oltre alla necessità di istituire uno staff multidisciplinare. «Una diagnosi di tumore associata alla gravidanza è rara - spiega la professoressa - e la possibilità di gravidanza associata, per esempio, al tumore al seno è all'incirca, secondo i dati internazionali, del 0,2-3,8%». Le problematiche connesse alla gravidanza per una donna che affronta un tumore sono di tre diversi tipi: il caso di giovani che non hanno ancora avuto un figlio e vogliono preservare quanto più possibile la fertilità, tematica su cui c'è molta ricerca in corso; quello di donne che hanno già avuto un tumore