SEGNALI di ripresa in Italia.
Ma è una ripresa «ancora fragile», ben al di sotto della media europea, che va rafforzata con «riforme strutturali audaci» senza le quali il deficit e il debito continueranno a crescere. Riforme che per gli analisti dell'Ocse sono messe a rischio dalla «limitata maggioranza parlamentare» che appoggia il nuovo Governo e dalla «natura frammentata» della coalizione di centrosinistra. È dunque un capitolo fatto di luci e ombre quello che l'Ocse riserva all'Italia nel suo rapporto di Primavera, che per i prossimi due anni prevede un rafforzamento della crescita dei Paesi più sviluppati (+3,1% nel 2006, +2,9% nel 2007) trainata soprattutto da Usa e Giappone. Ciò nonostante la zavorra del caro-petrolio che continuerà a far schizzare alle stelle i prezzi energetici. Se la crescita di Eurolandia sarà del 2,2% quest'anno e del 2,1% nel 2007, nei due anni l'Italia crescerà in media dell'1,25%: in particolare, il nostro Pil farà segnare un +1,4% nel primo anno, mentre seguirà un rallentamento nel 2007 (+1,3%). Due le priorità assolute che secondo Jean-Philippe Cotis, capo economista dell'Ocse, l'Italia dovrà perseguire con coraggio nei prossimi mesi: risanamento dei conti pubblici (attraverso una riduzione della spesa e una politica di moderazione e flessibilità salariale) e accelerazione dei processi di liberalizzazione. Per questo servono «misure coraggiose», già a partire dalla prossima Finanziaria. A preoccupare Cotis è soprattutto lo stato dei conti pubblici; e non solo dell'Italia. Senza interventi decisi il rapporto deficit-Pil nel nostro Paese è previsto al 4,2% nel 2006 (quando dovrebbe arrivare al 3,8% concordato con Bruxelles dal precedente Governo) e al 4,6% nel 2007. Insomma, la soglia del 3% resta un miraggio. Come un miraggio resta per il momento una discesa del debito pubblico, che per i prossimi mesi è destinato a restare ben al di sopra del 100%. Del resto - spiega l'Ocse - «solo tre quarti delle misure di risparmio annunciate avranno successo». Senza considerare che è ormai in declino il ricorso a misure una tantum. Gli esperti dell'Organizzazione riconoscono la buona volontà del nuovo Governo «che ha annunciato l'intenzione di realizzare riforme urgenti». «Ma - si legge nel rapporto - appare difficile fare le riforme necessarie, visti i limitati margini parlamentari e la natura frammentata della coalizione di Governo». Nel rapporto si sottolinea come nell'area Ocse «dopo i molti tentativi falliti la possibilità di una ripresa economica su larga scala è ai livelli più elevati dagli anni '90». L'espansione dunque prosegue «anche se resta vulnerabile». Soprattutto per il prezzo del petrolio che resterà ancora per molto tempo sopra i 70 dollari al barile, essendo destinate a perdurare le tensioni geopolitiche in atto: dalla situazione in Nigeria, alla crisi irachena, ai difficili rapporti con l'Iran.