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Presidenze, Ds e Dl non sono ancora sazi

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Entro quel giorno Camera e Senato dovrebbero decidere sulla presidenza delle Commissioni permanenti. Ventotto poltrone che hanno già stimolato gli appetiti dei partiti dell'Unione (e anche di qualche esponente della Cdl). In verità al momento la situazione sembra ancora abbastanza ferma. I capigruppo dell'Unione, infatti, si riuniranno stamattina per cominciare a riempire le caselle, ma tutto appare legato alla risposta che arriverà dal centrodestra. Se, alla fine, la Cdl accetterà di dialogare, tutto potrebbe essere rimesso in discussione. In caso contrario, allora, è molto probabile che assisteremo ad un film già visto. Con Ds e Margherita impegnati a recitare la parte del leone e i cespugli della coalizione costretti a raccattare le briciole. Il tutto con corredo di immancabili polemiche. Il manuale Cencelli ha già fissato le quote: ai due principali partiti dell'Unione dovrebbero andare otto presidenze a testa (tra Camera e Senato), mentre gli altri (Rnp, Italia dei Valori, Comunisti Italiani, Verdi, Rifondazione e Udeur) si acconterebbero di due poltrona ciascuno. Così, immancabile, è già scattato il totonomine. Al momento le certezze sono veramente poche. Ermete Realacci, ad esempio, sarebbe il candidato naturale per la presidenze della commissione Ambiente della Camera tanto che c'è chi dice che il presidente onorario di Legambiente avrebbe rinunciato ad un posto da sottosegretario per quella poltrona. Abbastanza certa anche la nomina del diessino Enrico Morando al vertice della Bilancio di palazzo Madama. L'ala liberal della Quercia, infatti, non è stata affatto considerata nella distribuzione degli incarichi di governo e questa potrebbe essere l'occasione per una compensazione. Nelle ultime ore, però, qualcuno ha avanzato l'ipotesi che Morando possa essere chiamato da Tommaso Padoa Schioppa come sottosegretario (o viceministro) all'Economia con delega alla Finanziaria. In quel caso, per la Bilancio, sarebbe pronto l'ex presidente del Senato Nicola Mancino (Margherita). Una compensazione dovrebbe arrivare anche per Luciano Violante escluso in extremis dall'esecutivo. Per l'esponente diessino si parla della commissione Affari Costituzioneli di Montecitorio, ma sarebbe già lotta a due visto che i Dl avrebbero chiesto quella poltrona per Ciriaco De Mita. Interessante anche la partita per le due presidenze degli Esteri. Alla Camera in particolare si parla già dei diessini Umberto Ranieri e Valdo Spini (ottimi candidati anche per la Difesa), ma qualcuno fa notare che la Quercia ha già ottenuto la Farnesina per D'Alema e difficilmente potrà dire la sua sulle commissioni. Anche perché è ormai voce diffusa che il candidato ideale per quella potrona sarebbe il leader di An Gianfranco Fini. A palazzo Madama, invece, si fa sempre più forte la candidatura dell'ex presidente del Consiglio (e ministro degli Esteri) Lamberto Dini. A questo punto la domanda nasce spontanea: e gli altri? I nomi che circolano alla Camera sono quelli di Pietro Folena (Prc) per la Giustizia, Pino Pisicchio (Udeur) alla Cultura, Marco Lion (Verdi) Attività Produttive, Katia Belillo (Pdci) Affari Sociali e Daniele Capezzone (Rnp) per una commissione economica. Ma la partita è ancora tutta da giocare.

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