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Ora Israele ha paura del «lider Maximo»

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Già in pieno totoministri, infatti, le comunità ebraiche italiane avevano espresso le proprie perplessità sulla nomina del presidente Ds (considerato troppo filo-arabo) a ministro degli Esteri. Ieri è stato il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth a rilanciare la polemica. Secondo il giornale, infatti, l'ingresso alla Farnesina di D'Alema segna «la fine degli amorosi rapporti tra Israele e l'Italia». In un breve articolo a doppia firma del corrispondente da Roma Yosi Bar e di Itamar Eicneril, il quotidiano ricorda come Baffino abbia definito in passato Israele «uno stato terrorista» e che pure siano note le sue posizioni filopalestinesi. Il giornale riferisce inoltre che, durante una sua visita in Israele nel 1999 D'Alema, accolto a Gerusalemme da uno degli accompagnatori israeliani col tradizionale «Benvenuto in Israele», lo abbia corretto dicendogli «No, benvenuto in Palestina». D'Alema inoltre, continua il quotidiano, «è noto per le sue prese di posizione filopalestinesi e in passato si è apertamente espresso contro la costruzione della barriera di separazione (in Cisgiordania) e degli insediamenti e contro le operazioni dell'esercito nei territori». Sempre secondo il giornale, «dopo la vittoria di Hamas nelle elezioni ha detto che invero si tratta di un'organizzazione estremista responsabile di azioni terroristiche. Ma queste, a suo dire, sono solo operazioni di resistenza all'occupazione israeliana». Immediata la replica di D'Alema che, durante il cambio di consegne alla Farnesina, ha ribadito che «il centrosinistra coltiva da tanti anni una politica di amicizia verso Israele». «Sono per la libertà di Stampa - ha aggiunto D'Alema - ognuno può scrivere quello che vuole ma non mi pare che vi sia nessun dubbio che si tratta di polemiche infondate». D'Alema ha ricordato anche quando, appena diventato segretario dei Ds, andò a trovare l'allora primo ministro Benjamin Netanyahu «suscitando una violenta polemica nella sinistra che mi disse che non dovevo andare a discutere con un uomo così di destra». In serata fonti dell'ambasciata israeliana Roma hanno precisato che, quella espressa da Yedioth Ahronoth «è l'opinione del giornale e non riflette nè l'opinione del Governo, nè dell'ambasciata d'Israele a Roma». Mentre stretti collaboratori di Prodi, hanno riferito che il premier israeliano Ehud Olmert, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio invitandolo in visita in Israele.

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