L'Unione inizia la «lottizzazione» della Camera
In particolare la maggioranza di centrosinistra è orientata a dare il via libera alla costituzione, alla Camera, dei gruppi autonomi di Rosa nel pugno (17 deputati), Verdi (16), Pdci (16), Udeur (14) e Dc-Psi (6). Cioè tutti gruppi che non raggiungono il tetto dei 20 deputati previsti dal regolamento di Montecitorio. La Giunta per il regolamento ha discusso ieri la questione delle «deroghe» ed ha fornito a maggioranza il suo parere ma la decisione, attesa per stamattina, spetta all'Ufficio di presidenza della Camera, che si riunirà alle 10 ed è formato dal presidente, dai vicepresidenti, dai questori e dai segretari d'Aula. Gli esponenti della Cdl hanno espresso parere contrario sottolineando questioni politiche e funzionali. La maggioranza, hanno fatto notare Marco Boato (Verdi) e Gianclaudio Bressa (Ulivo), ritiene che si deve rispettare la nuova legge elettorale che vuole rappresentate in Parlamento tutte le forze che si sono presentate alle elezioni e che hanno superato la soglia di sbarramento. Antonio Leone, vice capogruppo di Forza Italia, ha osservato che la «fretta» della maggioranza nel decidere le deroghe sulla costituzione dei gruppi «si intreccia con la questione della formazione del governo». «Devono fare in fretta perché si avvicina la fiducia. Secondo la Casa delle libertà - ha aggiunto Leone - non si può esaminare la questione soltanto sul versante del rispetto dei requisiti regolamentari e di legge». Il regolamento della Camera, sottolinea Leone, «"può" autorizzare e non "deve" autorizzare la costituzione di nuovi gruppi in deroga». L'esponente di Forza Italia osserva che la maggioranza da una parte cerca l'unificazione costituendo il gruppo dell'Ulivo dall'altra «frammenta». «Più gruppi - ha continuato Leone - significa tempi più ampi per i dibattiti, più persone in ufficio di presidenza (ogni gruppo ha diritto ad un segretario d'Aula) senza parlare di una ampliamento delle spese». Pollice verso, invece, per il «Movimento delle autonomie»: i cinque deputati eletti grazie all'accordo tra la Lega e il movimento di Raffaele Lombardo non potranno costituire gruppo autonomo. Il contrassegno con il quale si sono presentati alle elezioni, fanno notare esponenti della maggioranza, è una «somma» di simboli che rende impossibile «ripartire» i seggi.