Ciampi chiama Fiorello: «Grazie per le bacchettate»
Ne è nato un duetto affettuoso e divertente con un Fiorello quasi commosso dai complimenti del senatore a vita e all'inizio tanto incredulo da pensare a uno scherzo e con Ciampi costretto a insistere: «Sono quello vero, sono di persona Carlo Azeglio Ciampi». «Caro Fiorello - ha detto fra l'altro Ciampi - fai bene a bacchettarmi un po' amabilmente per alcuni difetti che mi porto dall'età in cui ho iniziato a parlare. A partire dal fatto che mi mangio le parole. Me lo diceva sempre la maestra elementare: "Caro Azeglio, non mangiarti le parole", ha aggiunto l'ex-presidente che ha ammesso di aver ascoltato ogni tanto la sua imitazione sulle frequenze di Radiodue. Incalzato da Fiorello, Ciampi ha poi parlato del suo doppio nome: «Mio padre ci teneva molto. La mia famiglia era molto risorgimentale, mio nonno si chiamava Azeglio, mia madre mi voleva chiamare Carlo. Alla fine hanno raggiunto una sorta di compromesso». Fiorello non si arrende e osa: «Ma sua moglie Franca nell'intimità come la chiama?». E Ciampi rivela divertito: «Lei mi ha sempre chiamato Carlo». Alla fine gli auguri «con tutto il cuore» per il compleanno e un incoraggiamento a continuare sulla strada del divertimento «critico»: «Continua a divertire le persone - ha detto Ciampi - ma al tempo stesso cerca anche di bacchettare un po'. C'è un detto latino, penso di Fedro, che dice "Castigat ridendo mores": correggi e migliora scherzando le abitudini». Sul finale della tefonata Fiorello prova a ottenere un ultimo regalo, ritenuto però troppo «presidenziale» da Ciampi: «Mi dice "Care Italiane e Cari italiani"?». Ciampi lo ferma subito: «No. Non sono più il Presidente della Repubblica. E quello era il mio normale e spontaneo modo di rivolgermi a tutti gli italiani e a tutte le italiane che mi hanno dato tanto sostegno».