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«Berlusconi ha garantito 5 anni di stabilità»

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Il presidente della Repubblica ha riconosciuto «l'impegno dispiegato dal premier uscente»

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Parola del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che così ha commentato il colloquio avuto ieri pomeriggio con il presidente del consiglio uscente nel corso delle consultazioni per l'assegnazione dell'incarico di governo. Berlusconi - ha spiegato Napolitano - «ha essenzialmente voluto rappresentare il bilancio dell'attività svolta, mettendo in luce quelle che sono a suo avviso le riforme più significative adottate per le quali si augura che ci sia un elemento di continuità». «I rappresentanti della Casa delle libertà - ha poi aggiunto il presidente della Repubblica - non hanno minimamente contestato che l'incarico a formare il nuovo governo vada al leader del centrosinistra secondo quello che è anche il chiaro dettato della legge elettorale». «Le consultazioni - ha aggiunto infine Napolitano - sono state molto rapide e impostate a un clima di massima cordialità, sia per la Casa della libertà che per l'Unione», chiudendo così la sua prima giornata al Qurinale da presidente. A sventolare sul palazzo del Colle più alto di Roma, però, i numerosi esponenti politici che hanno reso visita al nuovo capo dello Stato hanno visto il vecchio stendardo presidenziale, quello cioè che ha accompagnato il mandato di Carlo Azeglio Ciampi per quasi sette anni. Ora la scelta passa al nuovo presidente: Napolitano potrebbe decidere in futuro di modificare con apposito decreto - come fecero in passato molti illustri predecessori - la bandiera che indica la presenza del capo dello Stato nel Palazzo e che segue lo segue in tutti i suoi spostamenti. Lo stendardo viene issato sulle navi e sugli aeroplani che hanno a bordo il presidente, ma anche all'esterno delle prefetture, quando il capo dello Stato visita una città o all'interno delle sale dove interviene in forma ufficiale. L'attuale vessillo - inaugurato ufficialmente il 4 novembre 2000, ricorrenza della vittoria della Grande Guerra - si ispira alla bandiera della Repubblica Italiana del 1802-1805, lo stato nato dalla Repubblica Cisalpina proclamata da Napoleone Bonaparte. Ha forma quadrata con una bordatura d'azzurro che simboleggia le Forze Armate, di cui il presidente della Repubblica è capo. Al suo interno c'è un rombo bianco in campo rosso con all'interno l'emblema della Repubblica. Fu voluto da Ciampi per ricordare il Risorgimento e come simbolo dell'unità nazionale. La storia degli stendardi presidenziali comincia nel 1965, quando il ministero della Difesa propose di adottare un vessillo specifico per il capo dello Stato. Fra le varie ipotesi messe in campo venne scartato il tricolore con l'emblema della Repubblica al centro, per evitare confusioni con la bandiera messicana. Per questo il presidente Giuseppe Saragat scelse un drappo azzurro con l'emblema della Repubblica in oro al centro. Fu poi il presidente Francesco Cossiga - nel 1990 - a sostituire lo stendardo con quello della bandiera nazionale bordata d'azzurro, e a introdurre un nuovo regolamento sull'uso del vessillo nelle cerimonie e negli edifici pubblici. Dopo solo due anni il presidente Oscar Luigi Scalfaro decise di ripristinare lo stendardo del 1965, riducendo, però, le dimensioni dell'emblema della Repubblica. Che fu cambiato nel 2000 con quello adottato da Ciampi e che oggi continua a sventolare sul torrino del Quirinale accanto alla bandiera italiana e a quella della Unione europea.

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