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di LUIGI FRASCA UNA giornata quasi tranquilla quella di ieri per Romano Prodi.

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Per quello ci sarà tempo oggi quando Prodi incontrerà: prima i «cespugli» dell'Unione, poi, dopo la segreteria Ds e il giuramento del nuovo Capo dello Stato, l'Ulivo e, infine, la coalizione al gran completo. Insomma, una giornata di intenso lavoro che ha sicuramente giustificato una domenica di riposo. Ma, nonostante il bel tempo che gli ha permesso una rilassante passeggiata romana con la moglie Flavia, il Professore non è certo rimasto con le mani in mano. Sul tavolo, infatti, restano ancora diversi nodi da sciogliere e bisognerà farlo prima di mercoledì quando, con tutta probabilità, il presidente della Repubblica affiderà a Prodi il compito di formare il nuovo esecutivo. E così, ieri, poco dopo le 16, Prodi si è recato nel suo ufficio di piazza Santi Apostoli. Problema principale è sicuramente quello dei vicepremier. «Sui due vicepremier - ha detto ieri Prodi uscendo da Santi Apostoli in serata - ormai c'è l'accordo, vedrete che lo dichiareremo ufficialmente quando sarà pronto l'inquadramento di tutto il governo». Insomma, il problema sembra destinato a risolversi nel giro di breve e, se la Margherita continua compatta a dire che sarà Francesco Rutelli il vicepremier Dl, la Quercia non ha ancora sciolto la riserva. «Non spetta a me indicare la persona che dovrebbe ricoprire tale carica» ha detto ieri Massimo D'Alema ma in molti giurano che, alla fine, sarà proprio il presidente Ds l'omologo del leader della Margherita. E mentre il nodo dei vicepremier sembra finalmente sciogliersi, quello della Difesa è ancora senza soluzione. La poltrona, si sa, è oggetto di un duro braccio di ferro tra l'Udeur di Mastella e la Rosa nel Pugno. Un braccio di ferro in cui si è inserito, il leader del Pdci Oliviero Diliberto. I Comunisti Italiani, al momento, non hanno chiesto alcun ministero limitandosi a presentare a Prodi una lista di personalità che potrebbero entrare nell'esecutivo. Ma ieri Diliberto non ha voluto perdere l'occasione di manifestare direttamente al leader dell'Unione la contrarietà del suo partito alla candidatura di Emma Bonino alla Difesa. Così si è recato a piazza Santi Apostoli dove, prima di entrare, ha spiegato: «Sono qui per capire cosa sta pensando complessivamente Prodi sulla squadra di governo perchè l'idea che una persona, che è a favore della guerra, vada alla Difesa davvero non ci piace». Dopo oltre un'ora e mezza di faccia a faccia il leader del Pdci è uscito limitandosi a commentare: «Sono tranquillissimo, confido che il presidente del Consiglio accetterà i miei consigli». In attesa di sapere cosa farà il Professore, però, c'è chi comincia ad avanzare una terza via per uscire dall'impasse. Si tratterebbe di tornare all'idea iniziale affidando ad Arturo Parisi la Difesa e riposizionando la Bonino e Mastella. Ma su questa ipotesi pesa la «battaglia» lanciata proprio ieri dall'Udeur e dalla Rosa nel Pugno nei confronti del Professore accusato di voler dar vita ad un esecutivo «Ulivo-centrico». «Ma che succede? I parenti ingordi letteralmente impazzano?» si è chiesto ieri Marco Pannella riferendosi al ruolo giocato in queste settimane da Ds e Dl. «Stiamo prendendo atto - ha continuato Pannella - che l'Ulivo, che rivendica formalmente come proprio presidente Romano Prodi, starebbe per attribuirsi presidente del Consiglio, due vicepresidenti, più o meno 15 ministri». Un'analisi rilanciata anche dal socialista Roberto Villetti e condivisa dall'Udeur che, stamattina, proprio prima della Rosa nel Pugno incontrerà Prodi a Santi Apostoli. Sembra assai improbabile però che il Professore, davanti alle obiezioni dei due cespugli dell'Unione, possa rilanciare la candidatura di Arturo Parisi aprendo un fronte che difficilmente si chiuderebbe nel giro delle prossime 48 ore.

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