Roma, il giallo del sondaggio
La ricerca è stata commissionata dal Comune di Roma ma è stata tenuta segreta. Non è stata resa pubblica. Anche perché il risultato è molto diverso rispetto a quelli che si conoscono e che sono stati diffusi dai media fino a qualdo era possibile: a quindici giorni dal voto, infatti, la legge stabilisce il divieto assoluto della divulgazione. Ma in questo caso i dati non sono determinanti. Piuttosto è il caso politico che rischia di montare. La storia è elementare. Il Comune di Roma commissiona un sondaggio politico elettorale all'Istituto Piepoli. La vicenda non avrebbe grande importanza vista la figuraccia rimediata dalle società che hanno effettuato le ricerche sulle intenzioni di voto alle scorse politiche. Non avrebbe. Anzi, non ne avrebbe alcuna se non si trattasse dell'unico istituto che ha azzeccato in pieno i risultati del voto del 9 e 10 aprile scorsi: quello di Nicola Piepoli, l'unico che ha dato un riosultato chiaro delle urne a cinque ore dalla loro chiusura. Stavolta, l'indagine effettuata dal decano dei sondaggisti (è stato lui ad importare in Italia per esempio gli exit poll) parla chiaro: il distacco tra i due candidati è differente da quello che è stato pubblicizzato. Ma proprio per questo il Comune avrebbe deciso di diffondere solo le ricerche i cui risultati erano migliori. Il candidato a sindaco del centrodestra Gianni Alemanno, raggiunto telefonicamente, afferma di non conoscere i dati. Ma protesta: «È una sotria assurda. È chiaro a tuti che siamo in rimonta. In rimonta molto forte. Via via che passano i giorni e abbiamo modo di spiegare ai romani il nostro progetto per Roma i nostri consensi crescono. In maniera esponenziale. La partita è aperta». Nelle ultime settimane, inoltre, l'esponente della Cdl ha battuto forte sul tema del voto cattolico, che a Roma ha fortemente penalizzato, nelle ultime politiche, proprio il centrosinistra premiando soprattutto le ali estreme. E non a caso, Alemanno ieri è tornato a stuzzicare il sindaco, Walter Veltroni: «Il Santo Padre torna a richiamare politici e legislatori alla salvaguardia dell'istituto della famiglia, mentre a Roma la coalizione di sinistra assume nel suo programma elettorale espliciti impegni sulle Unioni Civili, e Veltroni riceve i diktat di alleati anticlericali e laicisti. Sarebbe dunque utile conoscere Veltroni cosa risponde all'appello del Papa». Per l'ex ministro delle Politiche Agricole «Veltroni continua a non chiarire come intende far convivere le garanzie offerte all'Arcigay e le posizioni fortemente anticattoliche di Rifondazione Comunista e Rosa nel Pugno presenti nella sua coalizione - continua Alemanno - con i valori dei cattolici e dei moderati cui pure ha dato grande rilievo mediatico». «Noi - conclude il candidato del centrodestra a sindaco di Roma - scegliamo di non confondere il rispetto delle libertà individuali con la creazione di ambigue imitazioni dell'istituto della famiglia, quali sono i Pacs e i registri istituti illegalmente presso i municipi di Roma». Nella prossima settimna poi arriverà il supporto di Silvio Berlusconi. Il premier uscente infatti intende impegnarsi a fondo in questo rush finale di campagna elettorale nelle varie sfide che riguardano le amministrative. Anzitutto su Milano, ma anche su Roma e Napoli. Non è un mistero infatti che la Casa delle Libertà cerchi una sorta di rivincita nella prossima tornata. E pensa di riconfermare Milano mentre spera di strappare una delle città che attualmente sono in mano al centrosinitra tra Roma, Napoli e Torino. Anche se, stando alle previsioni dell'attuale opposizione nazionale, è possibile aggiudicarsi un capoluogo soprattutto al ballottagigo che si terrà nella prima parte di giugno.