Attacco dell'ala radicale dell'Unione che vuole abolirla
Inizia così l'editoriale del «Corriere della sera» in edicola ieri, a firma del vicedirettore Dario Di Vico, che prosegue con uno «chapeau a Walter Veltroni» che il giorno precedente in un articolo apparso su «La Stampa» «ha avuto il coraggio di scrivere che quella di Biagi è la via giusta per favorire la crescita dell'occupazione». Il sindaco di Roma, nel tratteggiare la figura del professore ucciso dalle Brigate Rosse nel 2002, ha infatti sottolineato come Biagi, «grazie alla sua formazione intellettuale e all'ampiezza delle sue vedute sull'Europa considerava il mercato del lavoro italiano ingessato da regole nate per essere applicate a situazioni ormai molto differenti da quelle attuali, e proponeva la sperimentazione di strade diverse, senza farsi fermare da pregiudizi e ideologismi». Veltroni ha pure aggiunto che «la flessibilità è un elemento che deriva ormai dalla realtà del mercato del lavoro globalizzato». Ecco allora che il dibattito sulla legge Biagi torna a rimescolare le carte al tavolo del centrosinistra. Il messaggio di Veltroni, secondo il Corsera, è infatti «diretto a quanti, dentro l'Unione - ma anche nei Ds - hanno fatto dell'abolizione della Biagi un obiettivo identitario». Ma c'è chi ancora risponde picche. «La nostra è una posizione contraria - dice Alfonso Gianni, nella scorsa legislatura capogruppo di Rifondazione comunista in commissione Lavoro alla Camera - Nel programma elettorale dell'Unione, sta scritto superare la legge Biagi, non completarla. Significa riportare il rapporto di lavoro a tempo indeterminato come forma principale, e i contratti di lavoro a termine come un'eccezione regolata». E se per Veltroni «la flessibilità ha contribuito a facilitare l'accesso di tanti ragazzi e ragazze al mondo del lavoro», Gianni invece cita l'Istat, secondo il quale «nel 2005 il 49,8 per cento dei lavoratori sono stati assunti con contratti a termine e se aggiungiamo a questa percentuale i finti lavoratori autonomi ecco che la maggior parte dei giovani vengono assunti con contratti a termine». Sull'asse opposto Lanfranco Turci, ex senatore Ds e ora esponente della Rosa nel Pugno. «Ben venga l'intervento di Veltroni che ha un significato di tipo culturale, ovvero di riportare la figura e il pensiero di Marco Biagi nella sua sede originaria, l'ala del riformismo».