di GIANNI DI CAPUA TUTTO ruota attorno al vicepremier.
Nulla di fatto, ieri, nel vertice: «La questione resta ancora aperta - dice alla fine il leader dell'Unione Romano Prodi - perché la voglio mettere in un quadro più complessivo del governo. Siamo in fase avanzata, la definiremo domani (oggi, ndr) e ci sarà una decisione compatta». Un accordo di massima comunque, nei vertici che ieri il leader dell'Unione ha tenuto con Fassino, Rutelli e D'Alema è stato raggiunto. Innanzitutto sui numeri. Dei 24 ministeri nei quali dovrebbe essere articolato il prossimo esecutivo, 9 andranno ai Ds e 6 alla Margherita. A scendere 2 spetteranno a Rifondazione Comunista, uno a testa a Rosa nel Pugno, Pdci, Verdi, Italia dei valori e Udeur e infine due dovrebbero essere i tecnici: Tommaso Padoa Schioppa e Giuliano Amato. Ma proprio su quest'ultimo si gioca una delle tante partite: i Ds non vogliono averlo «in carico» e puntano a farlo figurare come esterno. Probabilmente per lui è pronta la poltrona di ministro della Giustizia. Sicuro invece il posto all'economia di Tommaso Padoa Schioppa. Quali saranno i 9 ministri dei Ds? Iniziamo dalle tre donne «papabili»: Livia Turco potrebbe avere il Welfare, Barbara Pollastrini le pari Opportunità mentre Vittoria Franco, fassiniana e amica della moglie del segretario Ds, è ancora in sospeso per un incarico. A seguire ci sono Massimo D'Alema, che ha prenotato la poltrona di ministro degli Esteri, Luciano Violante, Vannino Chiti, Fabio Mussi (quest'ultimo in corsa per avere il ministero dell'ambiente), Pierluigi Bersani (alle Attività Produttive) e, probabilmente, Goffredo Bettini. Per lui il sindaco di Roma Veltroni aveva chiesto espressamente a Prodi il posto di ministro per i Beni culturali ma quella poltrona è stata scelta da Francesco Rutelli. Passando alla Margherita le donne in corsa sono due: Linda Lanzillotta, che avrà il ministero per l'innovazione tecnologica e Rosy Bindi che invece andrà all'Istruzione. Quasi chiusa la partita per i tre uomini oltre a Rutelli: Paolo Gentiloni andrà al ministero delle Comunicazioni, Arturo Parisi agli Interni e Giuseppe Fioroni alla Sanità. Poi ci sono i due ministri da assegnare a Rifondazione Comunista. Con tutta probabilità saranno Paolo Ferrero e Patrizia Sentinelli. Quest'ultima potrebbe avere un posto nuovo, quello per i Beni Comuni (si dovrebbe occupare, ad esempio, di tutta la questione della privatizzazione degli acquedotti). Clemente Mastella si tiene stretta, per il momento, la promessa di andare al ministero della Difesa mentre alla sua «rivale» Emma Bonino potrebbe alla fine finire il ministero per le Politiche comunitarie. Infine il leader dei Verdi Pecoraro Scanio: se non gli verrà dato il ministero dell'Ambiente potrebbe spuntarla per quello alle Infrastrutture. Ancora da sistemare, invece, i Comunisti Italiani.