Napolitano: «Voglio dare serenità al Paese»
Arrivano migliaia di attestati di stima e d'affetto. La folla si accalca sotto la sua abitazione
Divide la sua giornata tra l'abitazione di vicolo dei Serpenti e lo studio di Palazzo Giustiniani, con la stessa meticolosa scansione dei tempi di sempre. Ma intorno a lui, tutto è cambiato. Scortato a vista da un drappello di giornalisti che non si perdono nemmeno una sillaba, Napolitano resta fedele al suo stile. Poche e misurate parole, con il solito garbo. «Cercherò di contribuire ad una maggiore serenità nella vita del Paese». È questo il primo messaggio rivolto agli italiani. Anche il presidente uscente si rivolge al suo successore. In un incontro di commiato con i giornalisti quirinalisti, Ciampi esprime apprezzamento per Napolitano. «Ci conosciamo da tanti anni» e anche se «siamo diversi -spiega- fra noi c'è piena sintonia e un comune senso delle istituzioni». Migliaia gli attestati di stima e le manifestazioni d'affetto che arrivano da tutta Italia. Dalle più alte cariche dello Stato fino ai semplici cittadini, il nuovo presidente è sommerso da messaggi di felicitazioni. Gli auguri del Papa arrivano a Napolitano con un telegramma. «Desidero rivolgerle deferenti espressioni augurali per la sua elezione a presidente della Repubblica italiana», scrive Benedetto XVI. Auguri, attenzione e calca sotto casa, persino una troupe di «Striscia la notizia» da schivare, ma il primo giorno di Napolitano presidente è soprattutto lavoro. E l'incontro con Gifuni è il primo approccio al Quirinale. Un comunicato spiega più tardi i contenuti dell'incontro, formalizzando l'uscita di scena del segretario generale del Quirinale. L'elezione di Napolitano è oggetto di reazioni anche oltreconfine. Attenzione e curiosità desta il primo ex comunista a salire al Colle. «Avanti a sinistra» è il titolo di un articolo dell'Economist che analizza i pro e i contro della scelta di Napolitano. Anzitutto, il suo arrivo al Quirinale «promette di mettere fine all'incertezza creata dalle elezioni del mese scorso». E poi l'elezione di Napolitano, definito un «comunista moderato», «rappresenta un altro passo verso l'integrazione degli ex comunisti, esclusi dal governo durante la guerra fredda». Allo stesso tempo, però, il suo arrivo al Quirinale «consolida la gerontocrazia che governa l'Italia e soffoca l'apporto estremamente necessario di nuove idee». «La seconda causa di rammarico - prosegue l'Economist - nel momento in cui l'Italia è divisa in due blocchi che si non si fidano tra di loro, è che Napolitano è stata la scelta di uno solo». Per questo «il nuovo presidente dovrà senza dubbio cercare di ergersi al di sopra dei partiti politici», anche se «le sue decisioni inevitabilmente saranno vulnerabili alle accuse di faziosità». Dagli Usa non arrivano invece le stesse preoccupazioni. Dopo che il Dipartimento di Stato ancora prima dell'elezione aveva detto che chiunque fosse il successore di Ciampi «andrà benissimo», il politologo Robert Putnam saluta con «gioia» l'arrivo di Napolitano al Quirinale. «È una figura di altissimo livello istituzionale, un politico che ha un grandissimo senso dello Stato, un uomo di cultura», commenta. Intanto il segretario dei Ds, Piero Fassino, torna sui momenti cruciali dell'elezione di Napolitano e racconta la sua telefonata di congratulazioni al neo presidente. «L'ho trovato commosso, emozionato e felice. Sempre capace di essere sobrio e trattenuto, come è nel suo carattere, ma non mascherava la sua commozione», dice. E anche quando è andato a trovarlo, spiega, «ci siamo abbracciati con affetto». «Tra noi c'è sempre stata comunanza: come Napolitano -sottolinea il leader della Quercia- non ho mai avuto paura di definirmi solcialdemocratico». Una figura di spicco della sinistra si riconcilia con il nuovo capo dello Stato. Dopo una dura polemica sui centri di permanenza per gli immigrati, voluti proprio da Napolitano quando era ministro dell'Interno, il governatore della Puglia Nichi Vendola applaude all'elezione dell'ex dirigente del Pci. «Una delle personalità più di rilievo d