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Il rione Monti «Per noi era già presidente»

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Basta fare la salitella di via della Consulta e si sbuca praticamente a lato del Quirinale. Quello di Giorgio Napolitano sarà una specie di trasloco lampo dal palazzo nel quale sembra abbia abitato anche Giorgio Amendola. Per trovare un altro inquilino del Colle che abitava così vicino la mente torna a Sandro Pertini, che abitava nei pressi di Fontana di Trevi. «Per noi era già presidente da quando si è incominciato a parlare della sua candidatura. E Giorgio sarà un grande presidente» dicono parecchi abitanti e commercianti del rione Monti. «Una persona amabilissima — dice Andrea, giornalaio che lavora nell'edicola a pochi passi dall'abitazione del neo presidente della Repubblica — quasi tutti i sabato mattina viene a prendere i giornali (il Corriere della Sera e L'Unità) al massimo entro le 8.30. Io sono di tutt'altra corrente politica, ma lui è uno dei pochi politici degni di rispetto». «È venuto qui a mangiare un paio di volte — afferma i camerieri della trattoria quasi attaccata all'abitazione di Napolitano — lui e la moglie sono persone tranquille, educate e disponibili. Lui esce la mattina anche due-tre volte e rientra verso le 19. Difficile che esca la sera». Che ci si trovi di fronte a una famiglia «normale» appare subito evidente. Nemmeno dopo la notizia dell'avvenuta elezione i familiari di Napolitano, asserragliati in casa, si sono lasciati andare. «Sì, lo abbiamo appreso dalla televisione — ha detto ai cronisti che avevano annunciato l'elezione al citofono il figlio Giulio (l'altro figlio Giovanni, sposato e padre di due bambini abita a via dei Serpenti, pochi metri più in giù) — grazie dei complimenti. È una grande gioia, dovete comprenderci» queste le uniche parole che si è riusciti a carpire. È stata, ovviamente, una giornata particolare per tutti gli abitanti del palazzo di vicolo dei Serpenti, 14. «Emozionato? Non più di tanto — dice Carlo, un vicino di casa — lui è un personaggio umile e la moglie è ancora più discreta. Lui sa camminare con i poveri e con i re. Se la moglie traslocherà? Non lo so, non credo comunque». Domenico Lotorto, barbiere di Napolitano da una decina di anni, lo descrive come una persona educata e brillante: «Viene qui ogni 15 giorni ed è sempre disponibile. Proprio ieri (l'altro ieri) è venuto ed ha scherzato chiamando i suoi pochi capelli «i pochi isolati» oppure «gli sparuti». Mi ha raccontato di aver dormito tranquillamente e infatti mi era sembrato molto disteso. Una volta mi ha incontrato a piazza Navona, beh si è staccato dal gruppo di persone con le quali passeggiava per venirmi a salutare». Sotto casa e nelle strade limitrofe si è creato in un batter d'occhio un piccolo caos fra telecamere, fotografi e giornalisti in trepida attesa. Cominciano ad arrivare le prime visite e i primi auguri. Uno di questi è a firma di Enzo Biagi, con tanto di bottiglie di vino al seguito. Poi arriva anche Massimo D'Alema. «Avevamo già vissuto questa situazione quando fu eletto presidente della Camera e ministro dell'Interno — afferma Lilly, titolare di una profumeria — spero che dal punto di vista della sicurezza si vada meglio e si faccia magari un po' di pulizia. La signora napolitano è una persona semplice, molto discreta e la si vede spesso in giro a fare la spesa o anche con la busta della spazzatura. È una moglie, una mamma e una nonna tradizionale. Traslocare? Bah, se la conosco un pochino credo che preferisca rimanere qui». Marisa, fruttivendola, saputo dell'elezione esclama: «Sono felice, è una persona per bene. Spesso veniva qui anche di sera a fare la spesa». Ida, proprietaria della tintoria sottolinea che «veniva a portare vestiti, camicie e cravatte. E quando si rompevano le lampadine era lui a venire qui e a cambiarle». Gioiscono anche Fiorella e Giuliana, del negozio di alimentari: «È un onore aver avuto come cliente il presidente della Repubblica».

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