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Bondi: «Discutiamo ma ora serve unità»

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Il coordinatore di Forza Italia: «La posizione dei centristi non avrà conseguenza nella Cdl»

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L'importante è confrontarsi». Sandro Bondi coordinatore di Forza Italia rilancia con decisione il dialogo per superare le crepe che il voto del presidente della Repubblica ha creato all'interno della Cdl. Eppure Bondi è convinto che l'atteggiamento di Casini, fermo sostenitore che sarebbe stato meglio per la Casa dele Libertà sostenere Napolitano, non avrà conseguenze sulla tenuta della coalizione. Torna il fattore Udc nel centrodestra. Non è un rischio? «In una coalizione l'importante è il dialogo, non arroccarsi su posizioni precostituite. E dopo aver verificato l'opinione degli alleati, bisogna mostrare coesione e unità d'intenti, come è avvenuto in occasione di queste votazioni. Non credo quindi che ci sarà alcuna conseguenza. Nel centrodestra non si ragiona per diktat, ma si dialoga. A sinistra, invece, si procede a forza di ricatti incrociati, come ha dimostrato anche l'elezione del Presidente del Senato». Per la Cdl si apre una nuova fase alla luce di questa elezione? «Certamente, dopo aver verificato che il metodo di "occupazione" del potere da parte della sinistra non è mutato nemmeno in un'occasione così importante, il centrodestra si batterà con ancora maggior vigore per garantire la democrazia e per dare voce ai milioni di cittadini che si sono espressi a suo favore alle politiche. Faremo un'opposizione responsabile ma dura e senza sconti, anche perché siamo convinti che sarà impossibile, per Prodi, gestire una coalizione i cui componenti sono divisi, litigiosi e hanno visioni della realtà e dell'azione politica agli antipodi». Casini non è stato l'unico a caldeggiare il voto della Cdl per Napolitano. Anche lei ha mostrato aperture, o no? «In una intervista mi sono limitato a considerare che, in un'ipotetica scelta fra D'Alema o Napolitano al Quirinale, la mia preferenza sarebbe andata sicuramente al secondo. Insomma, consideravo Napolitano il "male minore", ma ciò non significa che consideri giusto né accettabile il metodo imposto dell'imposizione e dell'occupazione dei vertici delle istituzioni. Su questo aspetto il mio giudizio è chiaramente e inevitabilmente negativo. Purtroppo si sapeva che la Casa delle Libertà, al quarto scrutinio, avrebbe dovuto piegarsi al diktat della maggioranza. La mia, dunque, voleva essere solo una realistica presa d'atto di una situazione purtroppo immutabile a causa dell'atteggiamento di chiusura della coalizione di Prodi ad accettare un confronto». Berlusconi ha detto che lei parlava a titolo personale, c'è stato un problema di comunicazione tra di voi? «Assolutamente no. Il problema non è interno a Forza Italia. La verità è che il centrodestra è stato costretto ad assumere una posizione forte dall'atteggiamento della sinistra, che non ha mai avuto la volontà di arrivare a una soluzione condivisa». L.D.P.

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