Vasco, Moggi e Padre Pio le sorprese nell'«insalatiera»
I grandi elettori, bisogna ammetterlo, si sono letteralmente sbizzarriti nel votare personaggi del tutto fuori dal comune. Preferenze inaspettate, che vanno dalla cantante e showgirl Ambra, a Luciano Moggi, nell'occhio del ciclone per il caso delle intercettazioni telefoniche. Fino ad arrivare a Carlo Ancelotti, allenatore del Milan. La terza votazione per il Quirinale è stata quella dei giornalisti. Nella lunghissima teoria di schede bianche, in assenza di indicazioni da parte dei partiti, sono diversi i voti andati agli esponenti dei media. A parte Giuliano Ferrara, che ha ottenuto voti anche nei precedenti scrutini, stavolta ne sono stati votati anche altri sei: Lino Iannuzzi (che è anche senatore), Barbara Palombelli (che è anche moglie di Francesco Rutelli), il portavoce di Gianfranco Fini, Salvatore Sottile, Claudio Sabelli Fioretti del Corriere della Sera, il direttore del Tg2 Mauro Mazza, la cofondatrice del Manifesto (e oggi senatrice del Prc) Lidia Menapace. In assenza di indicazioni dei partiti, al secondo scrutinio i grandi elettori si erano scatenati. Parecchi i candidati imprbabili. I consensi per gli «outsider» sono ad ampio raggio: giornalisti, vip, politici in pensione... C'è persino un voto per Padre Pio, che viene subito dichiarato nullo da Fausto Bertinotti. Due voti vanno a Maria Gabriella di Savoia, figlia di Umberto II, che ha da poco avuto il passaporto italiano e che, sottolinea Bertinotti «ha l'eta», ovvero più di cinquant'anni, per essere eletta al Colle. Ma nell'urna irrompe anche lo sport nazionale con le sue polemiche. Un voto va infatti a Luciano Moggi. Ironia o solidarieta? Rappresentato anche il mondo dello spettacolo: un consenso arriva per il cantante rock Vasco Rossi. Tra i giornalisti riscuotono consensi Bruno Vespa, Oriana Fallaci, Giuliano Ferrara, Renato Farina, Marco Matteucci e da Mauro Della Porta Raffo. Un voto lo prende Franco Piperno, ex segretario di Potere operaio, uno dei «cattivi maestri» della generazione del '68, attualmente docente all'Università di Cosenza: lo ha votato sicuramente il no global Francesco Caruso, eletto con Prc, che l'ha annunciato in un articolo sulla Stampa. Voti vanno anche all'ex radicale Mauro Mellini, a Mino Martinazzoli, all'ex sottosegretario alla protezione civile Giuseppe Zamberletti, al fondatore di Emergency Gino Strada, al il presidente della società Aperta di Padova Renato Maria Cesca, all'architetto marchigiano Gabor Bonifazi, presidente della associazione «Ville da vivere», alla ricercatrice universitaria di Trento Elisabetta Barozzi. Dall'«insalatiera» sono uscite schede pure per Mirko Tremaglia, Tina Anselmi, Francesco Cosimo Proietti (conosciuto come Checchino, parlamentare, capo della segreteria di Gianfranco Fini), per la pacifista Lidia Menapace, per Rosy Bindi, per la moglie di Massimo D'Alema Linda Giuva, per Angelo Sanza (FI), per l'ex procuratore della Repubblica di Napoli Agostino Cordova, per il parlamentare ed ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e per Stefano Rodotà ex garante della Privacy (e nel '92 candidato rivale di Napolitano per la presidenza della Camera). Voti anche per il senatore sudamericano Antonio Pallaro e l'ex presidente della Corte costituzionale Leopoldo Elia.