La tentazione dell'Udc: votiamo Napolitano
Ma Pierferdinando Casini ci proverà fino all'ultimo a convincere Berlusconi e i suoi alleati a far convergere le preferenza sul senatore a vita dei Ds. Ieri mattina, dopo il nuovo no del Cavaliere e di Fini — la Lega fin dalla sera prima aveva detto di essere contraria a votare Napolitano — il leader dell'Udc ha provato di nuovo in tutti i modi di trovare un accordo sul nome fatto dall'Unione. Ma da Berlusconi e poi dal capo di Alleanza Nazionale è arrivato un no secco. Su Napolitano, hanno detto, non si può trattare. «Berlusconi è un uomo eccezionale — è stato il commento fatto dall'ex Presidente della Camera ai suoi — Lui ha due cervelli. Quando riesce a sintonizzarli diventa grandissimo». Poco dopo, in conferenza stampa, il leader dei centristi ha spiegato chiaramente tutto il suo rammarico per non essere riuscito a trovare una soluzione. «Noi abbiamo preso atto con serenità, ma anche serietà che siamo in minoranza nella Cdl. E riteniamo un errore che non si voti Giorgio Napolitano presidente della Repubblica. Lo abbiamo detto esplicitamente e c'è unanimità dell'ufficio politico, che si è riunito oggi allargato ai principali esponenti dell'Udc». Casini comunque ha escluso che oggi il suo partito possa uscire dall'aula e ha riservato parole di elogio per Gianni Letta: «Ribadisco che sarebbe stato bello avere Letta alla presidenza della Repubblica, ma bisogna confrontarsi con i numeri». Poi il leader dei centristi ha negato la ricostituzione degli assi FI-Lega, Udc-An nelle trattative sul Quirinale. «Non c'è nessun asse in atto: la Lega ha fatto un sacrificio a votare Andreotti al Senato, dove ha ceduto alle ragioni della coalizione. Ora abbiamo ceduto noi, ma la nostra onestà intellettuale ci porta a dire con chiarezza quello che pensiamo su Napolitano». Secondo Casini, il senatore dei Ds sarebbe «un garante dell'unità della Nazione» ma «crediamo nel centrodestra, sappiamo che c'è un patto di fedeltà e la scheda bianca è una scelta per tenere fede all'unità del centrodestra». Quanto poi i centristi terranno fede fino all'ultimo a questo patto di fedeltà è tutto da verificare. Molto probabile piuttosto che Casini lasci libertà ai suoi di votare come meglio credono. E a quel punto Giorgio Napolitano potrebbe avere i voti necessari per essere eletto alla quarta votazione stamani. «Non possiamo farlo passare solo con i voti dell'Unione — è il ragionamento di Casini — dobbiamo legittimarlo anche con le nostre preferenze perché solo così potremo essere sicuri che, in caso Prodi non riesca a governare, il Presidente della Repubblica sciolga le Camere e ci rimandi alle urne. Ma se non lo votiamo come possiamo chiedergli questa garanzia?». Così la strategia del leader dell'Udc si muove su due piani: se tutte le strade che verranno tentate con Forza Italia e con Alleanza Nazionale andranno a vuoto, stamani alla quarta votazione i parlamentari dell'Udc potranno andare in ordine sparso sul nome di Napolitano, altrimenti, se si troverà un'intesa nella Cdl, si andrà alla quinta votazione, questa volta con i voti di tutti. Ieri ufficialmente l'incarico di negoziare con gli alleati è stato affidato a Rocco Buttiglione e al segretario del partito Lorenzo Cesa. E il presidente del partito, parlando in Transatlantico con i giornalisti, ha lasciato aperta la possibilità anche a qualche colpo di scena: «Vediamo se convinciamo gli alleati ad accettare Napolitano oppure se convinciamo gli avversari a fare un'offerta migliore».