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Il popolo fa pressing fuori da Montecitorio

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Fischi ai parlamentari, applausi da stadio per la Carfagna e La Russa. La Prestigiacomo esce correndo

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Lei non nasconde i modi schietti e confessa: di politica ne capisce poco e il «metodo Ciampi» non le dice nulla. Sa chi è Berlusconi, si è detta contenta del cambio di governo ma spera che: «Il Presidente non sia un comunista». Il Presidente è quello della Repubblica e il selciato sul quale Ada si è trovata a stazionare per ore e ore è quello di fronte al Parlamento: dentro gli onorevoli e fuori, ad aspettarli con lei, decine e decine di curiosi, romani, turisti armati di carta e penna per gli autografi, macchine fotografiche, telecamere o, nel peggiore dei casi, telefoni cellulari per scattare un'istantanea. La piazza ragiona a caldo e la folla si infittisce nel tardo pomeriggio. Che chi domanda al vicino dove si trovi Previti e i commenti più piccanti vengono rivolti alle donne: «Manco fosse Ava Gardner! Ma chi è Monica Bellucci?», gridano dalle retrovie con una spiccata calata napoletana. Un applauso al picchetto che cambia la guardia alle ore 19 e ai commessi «che si mettono pure lo smoking» la piazza non lo nega, aggiungendo un accorato e insieme spazientito: «Ma si sa chi ha vinto?». E le tifoserie dello stadio non sembrano poi tanto lontane. La Prestigiacomo esce correndo e raggiunge in fretta l'auto blu parcheggiata sul perimetro, accanto all'Hotel Nazionale, la Carfagna fa il suo exploit in contemporanea con Ignazio La Russa e viene sostenuta dagli applausi: si ferma un attimo davanti alle telecamere, fa un sorriso e fugge via, Wladimir Luxuria è accompagnato da un boato e da commenti altisonanti: tra un gruppo di ragazzi c'è Roberto, di 27 anni, che saltella e dice di voler incontrare Tremaglia, il ministro uscente per gli Italiani all'Estero: «Lo devo ringraziare, abbiamo vinto grazie a lui», chiosa. È iscritto alla facoltà di Medicina, ha fatto un giro in via del Corso e si è fermato a Montecitorio, per un gelato. Vista la gente, non hanno potuto fare a meno di fermarsi e controllare gli sviluppi della situazione. Per una manciata di parlamentari la folla si spacca in due: accusa e difesa per personalità del mondo politico della Prima Repubblica passati al setaccio da Tangentopoli. Il tribunale è impietoso e non manca chi grida un: «Attenti al portafoglio, chiudete le borse!», un grido sentito. Dopo un due ore di attesa sui sanpietrini ha iniziato a recitare a menadito le entrate e le uscite dei parlamentari. Marco, di 28 anni, abita lì vicino e, ogni volta che si trova a passare e a vedere il movimento in piazza si ferma, chiede informazioni, lancia un'occhiata all'interno del Palazzo e vola via: «Prodi è già uscito - commentata - ma è rientrato dopo poco. Lo abbiamo applaudito e qualcuno ha provato anche a stringergli la mano».

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