Dopo l'elezione salve di cannone e campane a festa
Al termine della votazione, il presidente della Camera proclama eletto al Parlamento in seduta comune integrato dai delegati delle Regioni il nuovo presidente della Repubblica. Subito dopo raggiunge il neoeletto Capo dello Stato in una sala della Camera (potrebbe essere la sala del Cavaliere) per comunicargli l'esito della votazione e il processo verbale della seduta. Ma la «liturgia della Repubblica» entra nel vivo con la cerimonia del giuramento, che può avvenire il giorno successivo all'elezione. Il presidente della Repubblica viene prelevato dalla sua abitazione in forma privata dal segretario generale della Camera, e accompagnato a Montecitorio a bordo di un'auto della Presidenza della Repubblica scortata dai Carabinieri in motocicletta. La partenza del presidente della Repubblica dalla sua casa è segnata dalla campana di Montecitorio, che suona ininterrottamente fino al suo arrivo alla Camera. Il capo dello Stato viene ricevuto all'ingresso principale di Montecitorio dai presidenti di Camera e Senato e riceve nell'atrio gli onori militari da un reparto di Carabinieri in alta uniforme disposto su due file che si fronteggiano. Da lì ci si dirige in Aula: il Capo dello Stato entra dall'ingresso alla destra dell'Emiciclo e sale sul banco della presidenza, prendendo posto alla destra del presidente della Camera. Quindi, aperta la seduta, il Capo dello Stato si alza in piedi e pronuncia la formula del giuramento: in quel momento vengono sparate 21 salve di cannone e la campana di Montecitorio torna a suonare. A quel punto, Capo dello Stato rivolge il suo messaggio alla Nazione. Al termine del messaggio, il presidente lascia l'Aula, si reca al Vittoriano per rende omaggio al Milite Ignoto, quindi viene scortato da Corazzieri al Quirinale. Giunto al Quirinale, il neo presidente riceve gli onori militari nel Cortile d'onore.