Azzurri in rivolta E il vertice frena

Una vera e propria mobilitazione a colpi di sms, e mail, fax, e una valanga di telefonate nelle sedi territoriali. «Attenzione ai tradimenti», «No agli inciuci», «No a un comunista al Quirinale» ma soprattutto «Napolitano non deve passare con i voti della Casa delle Libertà». Uno stop chiaro che è stato registrato dai coordinatori regionali di Forza Italia che hanno subito riversato questa valanga montante di malumori, sdegno, insoddisfazione, a via dell'Umiltà, sede del partito. «C'è una richiesta precisa di trasparenza da parte del nostro elettorato che teme accordi sotto banco dell'ultima ora, con quello che per tutta la campagna elettorale è stato indicato come un nemico» affermano i coordinatori Isabella Bertolini dell'Emilia Romagna e Denis Verdini della Toscana, due regioni «tradizionalmente rosse e dove questo malessere è esploso in modo più forte». «Nella newsletter giornaliera ho dovuto sottolineare chiaramente che non ci sarano inciuci» afferma la Bertolini. «In molti ci hanno chiesto una manifestazione contro questo pigliatutto della sinistra e si sono detti pronti a scendere in piazza». Verdini rileva che numerose proteste sono «per aver accettato un dialogo con la sinistra che ha proposto due personaggi fortemente targati». Il coordinatore della Toscana dice che «è molto forte la richiesta di un rifiuto forte del candidato». «La gente è rimasta sconcertata dai titoli dei giornali che davano per fatto un accordo sulla candidatura di Napolitano» afferma il coordinatore del Piemonte Guido Crosetto. «Il centralino della sede regionale è stata intasata di telefonate, e tutte dello stesso tono: questo è un suicidio politico». Crosetto poi rivela che per dare un segno di trasparenza ha deciso di astenersi dal voto. «Così è chiara la mia posizione e non ci possono essere sospetti». Sì perchè il veleno del sospetto sta circolando nelle vene dell'elettorato di Forza Italia. Anche la Bertolini è per l'astensione che «non è una forma di rifiuto del voto e mancanza di rispetto verso l'istituzione ma un atto di trasparenza». Monta la polemica anche nel Lazio e in Lombardia. Beatrice Lorenzin, coordinatore del Lazio, rileva che sta crescendo lo «sdegno degli elettori verso quella che considerano una proposta indecente. Napolitano è considerato un male peggiore di D'Alema, perchè uomo del vecchio Pci». «Il popolo di Forza Italia ci chiede di mantere alta la tensione. Insomma di continuare la campagna elettorale». Stesso tono da Mariastella Gelmini, coordinatore della Lombardia. «Sono soprattutto i professionisti e i piccoli imprenditori a protestare. Molti ci hanno detto che votare Napolitano equivarrebbe a un tradimento».