Primo discorso, De Nicola il più «veloce»
Enrico De Nicola, nel 1946, si rivolse direttamente ai partiti invitandoli a seguire il monito: «Marciare divisi per combattere uniti» (il suo discorso fu l'unico letto in Parlamento visto che il Capo dello Stato non si trovava a Roma). Più «europeista» il suo successore Luigi Einaudi (1948). «Per ben due volte - disse - abbiamo dato al mondo una prova della nostra volontà di ritorno alle libere democratiche competizioni politiche e della nostra capacità a cooperare, uguali tra uguali, nei consessi nei quali si vuole ricostruire l'Europa». Giovanni Gronchi (1955) puntò invece sul «mondo del lavoro» senza il quale, spiegò, «nessun progresso vero si realizza». Mentre Antonio Segni, nel 1962, tornò a parlare di Europa («A questa nuova organizzazione dell'Europa tendono i tempi nuovi. Per essa anche io ho lavorato con fede, a fini di progresso e di pace. E io auspico che alla sua realizzazione si diriga l'impegno del governo e del Parlamento»). Discorso in perfetto stile socialdemocratico per Giuseppe Saragat (1964) che parlò di «casa ai lavoratori», «sanità pubblica» e «scuola». Una scuola che, secondo Saragat, doveva garantire «la selezione di tutti i giovani e l'avviamento agli studi superiori con l'unico criterio delle capacità e delle attitudini». Arrivano gli anni '70 e se Giovanni Leone (1971) parla di «pace sociale», il suo successore Sandro Pertini (1978) parla di «svuotare gli arsenali di guerra». Il resto è storia recente. Francesco Cossiga (1985) fissa la sua attenzione sul ruolo del Capo dello Stato come «garante della Costituzione voluta dal popolo italiano». Più «politico» l'intervento di Oscar Luigi Scalfaro (1992) che invita il Parlamento a procedere alla «nomina di una Commissione Bicamerale» per «una revisione della Carta Costituzionale». L'ultimo in ordine di tempo è Carlo Azeglio Ciampi (1999). Il suo discorso, tutto incentrato sull'Europa, è anche il primo a concludersi con le parole «Viva l'Unione Europea», insieme a «Viva la Repubblica Italiana, Viva l'Italia». Diversi anche i tempi dei dieci discorsi. Il più prolisso è stato quello di Oscar Luigi Scalfaro (45 minuti), mentre il più breve, con 10 minuti, è stato quello di Enrico De Nicola.