«Non rifinanziamo la missione a Kabul»

Anche ieri, nel giorno in cui tutto il mondo politico si è stretto ancora attorno ai genitori dei due alpini morti in un attentato in Afghanistan, nell'Unione non sono mancate le polemiche. Tutte ovviamente alimentate dalla sinistra radicale, quella con la quale Prodi prima o poi dovrà fare i conti in Parlamento quando dovrà far passare il rifinanziamento alle nostre missioni militari all'estero. Il primo a intervenire è stato il senatore del Prc Fosco Giannini, direttore de «L'Ernesto», la rivista attorno a cui si raggruppa la più nutrita minoranza interna di Rifondazione, che ha attaccato Marco Minniti — deputato dei Ds che ha difeso la scelta di non ritirarci da Kabul — invitandolo a far retromarcia nell'interesse della politica estera del futuro governo di centrosinistra. «Esprimo sincero cordoglio alle famiglie delle vittime degli alpini che hanno perso la vita nell'attentato di Kabul — ha detto — Tale triste vicenda, occorsa a pochi giorni dall'altra dolorosissima dei morti di Nassiriya, rende ineludibile la richiesta di ritirare le truppe, oltre che dall'Iraq, anche dall'Afghanistan. Ha ragione Gino Strada: la guerra è immorale e sarebbe bene che Minniti rivedesse la propria posizione a riguardo, nell'interesse della futura politica estera del governo di centrosinistra». E alla richiesta dell'esponente di Rifondazione ha fatto seguito quella del coordinatore politico dei Verdi Paolo Cento: «Le drammatiche notizie che arrivano dall'Afghanistan e dall'Iraq e i recenti attentati terroristici contro i soldati italiani impegnati nelle missioni militari all'estero rendono indispensabile che anche in questa nuova legislatura si costituisca il forum permanente dei parlamentari pacifisti con l'obiettivo di coordinare le iniziative politiche e parlamentari da sottoporre a tutta l'Unione per sollecitare un riesame di tutte le missioni militari in cui l'Italia è impegnata e chiedere il ritiro dei nostri soldati dall'Iraq e dall'Afghanistan». Dichiarazioni alle quali ha replicato Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di FI: «Il dolore per i soldati italiani caduti purtroppo in Afghanistan a difesa della civiltà e della democrazia ha colpito tutto il Paese. Riteniamo inaccettabili le polemiche e i bisticci che si stanno aprendo nell'Unione anche in un giorno come questo. Non si fa sciacallaggio sugli eroi». Per Gianni De Michelis, segretario del Nuovo Psi, gli attacchi terroristici in Iraq e in Afghanistan «ottengono il risultato opposto al rientro immediato in Italia delle nostre truppe da quei Paesi». De Michelis ha poi precisato che la missione in Afghanistan ha avuto «il consenso del centrosinistra e questo, tra l'altro, rende impossibile l'idea del ritiro immediato e quindi dare ragione ai terroristi. Inevitabilmente questo farà riflettere l'Unione che neppure in Iraq ci potrà essere il ritiro immediato anche se la situazione in quel Paese è diversa».