I giovani si fanno il partito Democratico
Un'inversione di marcia di una gerarchia che finora ha messo ai margini donne e giovani. È la generazione che ha vinto laddove la politica «alta» ha fallito. Ieri mattina all'Hotel Nazionale, infatti, si è svolto il dibattito - moderato da Stefano Menichini - prima tappa della costituzione del partito Democratico. L'obiettivo è evitare il frazionamento dei partiti, privilegiandone l'unità. I giovani della Generazione «U» (dove «U» sta per «Ulivo») dovrebbero funzionare da traino per partiti «oceanici» come Ds e Margherita: loro hanno iniziato dal mondo di internet, facendo circolare nel web post e commenti, e-mail e link utili. Alzando la voce nel pianeta dei blog prima, in comizi e assemblee dopo. E hanno dimostrato come, la formazione di un'organizzazione politica possa ancora partire dal basso: dalle persone - in particolare donne e giovani - tendenzialmente esclusi dalla politica. La prima «mossa» tende a minare le basi stesse del sistema: un tesseramento che dovrebbe essere abolito. Ad esempio la tessera «numero 1» del Partito Democratico, che teoricamente sarebbe dovuta arrivare nelle mani di poteri forti è stata «collettivizzata»: una mega «numero uno» (lunga un metro), infatti, è stata affidata a tutti i militanti e non solamente ad una sola personalità e, infine, firmata da tutti. In calce, quindi, simbolicamente dovrebbe essere apposta la firma di tutti i simpatizzanti: «La notte tra il 10 e l'11 aprile - ha commentato Paolo Zocchi, organizzatore dell'incontro insieme a Mario Adinolfi e Francesco Soro - continuavamo a soffrire vedendo quella «forbice» che continuava a restringersi: un'esperienza scioccante. Ecco anche come nasce un'iniziativa che, innanzitutto, parte dal basso, dalla base. Mi ha colpito - ha continuato - il post su internet che questa mattina ha inviato Paolo Gentiloni e, accanto, l'invito a coinvolgere tutti i partiti disponibili alla grande coalizione democratica». E per un movimento che è nato nel web non potevano mancare, a metà pomeriggio, post e commenti nei blog degli appartenenti alla «Generazione U»: tra gli altri quello di Mario Adinolfi su «Il Cannocchiale» che, alle 20 di ieri sera aveva registrato 49 commenti: «Un dibattito a tratti infuocato ma che mi è sembrato molto costruttivo. "Generazione U" ora deve crescere in giro per l'Italia - ha scritto Adinolfi - siamo tutti disponibili ad essere presenti alle iniziative dei tanti nuclei locali che erano presenti oggi (ieri, ndr) a Roma. L'atto simbolico della nostra firma collettiva su quella tessera numero uno sta a significare che un primo passo è stato fatto».