«Basta ipocrisia In quel Paese c'è una guerra,
Cesare Salvi, senatore Ds e uno dei leader della sinistra interna al partito, non ha dubbi: «In Afghanistan, come in Iraq, è in corso una guerra. Per questo - continua - credo sia giusto ritirare le truppe anche da quel paese». Ma non tutti, nella coalizione di centrosinistra, la pensano così? «Ha ragione. Io credo che, all'interno dell'Unione, si debba discutere di questo perché un punto va trovato. Ma credo anche che dobbiamo discutere partendo dalla realtà dei fatti». E qual è la realtà dei fatti? «Che in Afghanistan è in corso una guerra. Smettiamola con l'ipocrisia di chiamare pace la guerra non è rispettoso nei confronti dei nostri coraggiosi soldati uccisi. Soldati a cui il nostro Paese non dà onoreficenze. Lei sa perché?» No, perché? «Perché l'onoreficenza non può essere al valor militare altrimenti significherebbe riconoscere che è in corso una guerra. E non può essere al valor civile perché in combattimento non ci sono atti eroici che la giustificherebbero. Già da questo piccolo particolare si dovrebbe capire l'ambiguità della situazione in cui ci troviamo». Sì, ma i nostri soldati sono in Afghanistan per partecipare ad una missione Nato? «Una missione che, però, sta cambiando funzione. Presto i nostri soldati dovranno andare nel sud del Paese dove i talebani sono tornati al potere. Cambieranno le regole di ingaggio, dovranno combattere una guerra». Qualcuno, anche nel suo partito, dice: restiamo in Afghanistan e lasciamo l'Iraq. È d'accordo? «Non è questione di andare di qua o di là. Personalmente credo che bisogna ritirare le truppe anche dall'Afghanistan. Ma, ripeto, il problema è un altro. Dobbiamo chiarire una volta per tutte che quella che è in atto e una guerra e poi domandarci se è giusto o no partecipare a questa guerra. Un Paese serio si muove così».