Sul referendum Casini si schiera con la Lega

Al referendum confermativo della riforma federalista della Costituzione anche l'Udc è pronta a scendere in campo a favore del sì accanto a Lega, FI e An. La linea l'ha dettata Pier Ferdinando Casini durante la prima riunione del gruppo parlamentare di Montecitorio. Una linea di «lealtà» alla Cdl sul referendum del 25 giugno caro alla Lega: l'ex presidente della Camera ha invitato i deputati non solo a votare e a esprimersi a favore del sì, ma anche a mobilitarsi. Tanto che per la fine di maggio - passata la scadenza del primo turno delle amministrative - è stato deciso un incontro tra i gruppi parlamentari e i segretari regionali per organizzare la campagna referendaria sul territorio. Casini ha sottolineato la necessità di sostenere il referendum richiamandosi anche al risultato positivo ottenuto dalla Casa delle libertà al Nord. Ha poi accennato alle conseguenze che potrebbero derivare da un risultato negativo e all'esigenza di scongiurare il rischio che la Lega possa staccarsi dal centrodestra se nella campagna referendaria non dovesse emergere l'impegno di tutti gli alleati della coalizione. Che per la Lega sia un appuntamento di importanza vitale, lo ha ribadito anche oggi Roberto Maroni, appena eletto capogruppo a Montecitorio: «Per la Lega la data importante è il 25 giugno e non l'8 maggio», con riferimento all'elezione del capo dello Stato. «Noi garantiremo - ha aggiunto - la massima compattezza della Cdl di cui abbiamo bisogno per arrivare vincenti al 25 giugno, questo è il nostro obiettivo». Una compattezza evocata anche da Gianfranco Fini: «Chi pensava alla sfaldamento del centrodestra si sbagliava di grosso». Lo scenario post elettorale, di fatto, sembra aver consolidato i rapporti all'interno della Casa delle libertà e fino al 25 giugno la tenuta della coalizione pare assicurata: con la Lega che conferma fedeltà, in cambio di un appoggio incondizionato alla riforma federalista. Anche se Maroni tende a essere ottimista sull'esito («Una partita aperta. Chi avrebbe scommesso sul risultato delle ultime elezioni?», dice), tuttavia esiste l'eventualità che un fallimento del referendum cambi lo scenario politico attuale.