Grazia, la Consulta accoglie il ricorso
Non spettava al ministro della Giustizia impedire che proseguisse l'iter per concederla a Bompressi
La Corte ha perciò annullato la lettera del ministro della Giustizia, Roberto Castelli, del 24 novembre del 2004. La decisione della Consulta sarebbe stata presa a maggioranza. Le motivazioni della decisione saranno scritte e depositate nei prossimi giorni. L'avvocato generale dello Stato, Francesco Ignazio Caramazza - che martedì aveva rappresentato la difesa di Ciampi in udienza pubblica - aveva chiesto ai giudici di considerare la grazia come potere esclusivo del Capo dello Stato e che, in mancanza di un accordo tra i poteri istruttori del ministro della Giustizia e quelli del presidente della Repubblica, dovesse prevalere la volontà di quest'ultimo. La Corte sembrerebbe aver accolto questa tesi, contrapposta a quella sostenuta da molti costituzionalisti secondo cui la grazia debba intendersi come un potere «duale». Solo leggendo la sentenza si comprenderanno le motivazioni in base alle quali, secondo la Consulta, il ministro della Giustizia non possa avere un potere di veto nell'iter della concessione della grazia. Una decisione che può avere ripercussioni anche sulla grazia a Sofri? «Certamente - spiega il difensore dell'ex leader di Lotta Continua Alessandro Gamberini - visto che Ciampi aveva chiesto al guardasigilli di avviare un'istruttoria anche su Sofri. Questa decisione, in sostanza, rimette nelle mani del presidente della Repubblica la grazia di Bompressi, ma anche quella di Sofri». «Speriamo che ci sia il tempo tecnico per la concessione della grazia prima che il presidente della Repubblica Ciampi decada dal suo incarico», è il commento dell'avvocato Ezio Menzione, legale di Ovidio Bompressi. «Ci auguriamo - ha aggiunto Menzione - che ciò ponga fine ad una storia che ha avuto momenti drammatici ma che ora può arrivare velocemente a conclusione». Ovidio Bompressi attualmente si trova in regime di detenzione domiciliare nella sua abitazione di Massa. «Come abbiamo sempre rispettato le sentenze, rispetteremo anche un'eventuale decisione di concedere la grazia del Capo dello Stato», ha detto ieri l'avvocato di parte civile della famiglia del commissario Luigi Calabresi, Luigi Ligotti, dopo aver appreso la decisione della Consulta secondo la quale non spetta al ministro della Giustizia impedire la prosecuzione dell'iter del procedimento per la concessione della Grazia a Ovidio Bompressi. Qualora fosse concessa anche ad Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani? «Anche se interessasse altre posizioni, il nostro atteggiamento sarebbe lo stesso: la decisione del capo dello Stato si rispetta sempre», ha aggiunto Ligotti, che ha definito «coerente e corretto» il provvedimento dei giudici della Corte costituzionale. «È quanto pensavamo sin dall'inizio - ha concluso - se così non fosse, il ministro avrebbe un potere di intervenire nell'iter del procedimento che non è di sua competenza».