Berlusconi-Prodi, prove di dialogo sugli esteri
A rilanciare il tema delle larghe intese su temi nevralgici per il Paese è stato di nuovo Berlusconi al termine di una giornata di tensione sulle candidature per il Quirinale. E questa volta Prodi potrebbe essere costretto a accettare. Quello che è successo ieri sera alla cerimonia di festeggiamento del 58° anniversario dell'indipendenza dello Stato d'Israele è stato la cartina tornasole dele strette relazioni che Berlsuconi è riuscito a tessere durante il suo mandato e del favore che gode all'estero specie in zone nevralgiche dello scacchiere internazionale. Battiti di mano e coro all'insegna di «Silvio, Silvio ti saremo sempre amici». È così che Berlusconi è stato accolto dalla comunità ebraica all'Hotel Excelsior dove si svolgeva la cerimonia. Un'ovazione che si è quasi trasformata in un incidente diplomatico con Prodi al quale è stata riservata un'accoglienza quasi formale. Berlusconi è entrato quasi al termine della cerimonia, dopo i saluti dell'ex ministro degli esteri Gianfranco Fini, del sindaco di Roma Walter Veltroni e di Prodi ma era lui che gli ospiti attendevano. E il Cavaliere non solo ha risposto in pieno al calore della comunità ebraica ma ha anche gettato un ponte a Prodi. Berlusconi ha abbandonato i toni polemici per usare un linguaggio più conciliante con il centrosinistra che prefigura quasi l'offerta di un dialogo sulle questioni spinose della politica estera. «Siamo tutti israeliani. L'Italia tutta, centrodestra come centrosinistra, non divisa in due - ha detto il leader della Cdl - starà a fianco di Israele come baluardo a difesa della sua democrazia e della sua libertà». E poi ha sottolineato che andrà avanti su questa strada «in sintonia con la sinistra». Come dire che se sulla politica estera ci può essere dialogo tra maggioranza e opposizione, questo a maggior ragione deve avvenire sulle grandi questioni istituzionali, a cominciare quindi dall'elezione del presidente della Repubblica. Berlusconi durante il brindisi a fianco dell'ambasciatore in Italia dello Stato di Israele Ehud Gol e insieme a Romano Prodi ha definito «Israele un Paese europeo, parte fondamentale dell'Occidente». Il leader di Forza Italia ha quindi fatto riferimento alle «parole» e alle «minacce» che il presidente iraniano Ahmadinejad ha rivolto allo Stato di Israele e è riuscito a strappare un applauso a Prodi. Il prof, ha fatto notare un osservatore lì presente, a quel punto non poteva non riconoscere il favore che il Cavaliere gode presso la comunità ebraica. «Al fianco di Israele è l'impegno che intendo portare avanti come capo dell'opposizione e che faranno lo stesso quelli al governo» ha incalzato il Cav in un fragore di battiti di mani.. Il Prof al termine della cerimonia si è lasciato andare a una battuta ironica: «Berlusconi aveva detto che ci sarebbe voluto del tempo. E così è stato. Ma alla fine ha dovuto riconoscere che abbiamo vinto e siamo al governo». Ma mentre Prodi faceva capannello con i giornalisti, poco distante Berlusconi non era da meno e caricato dagli applausi che lo hanno accompagnato fino all'uscita, ha lanciato una battuta: «Mi hanno fatto un bello scherzetto... Certamente, se fossi andato a Terra, quella trasmissione di Canale 5, avrei vinto le elezioni». Che questo episodio possa spianare la strada a un dialogo sull'elezione del capo dello Stato lo si vedrà nei prossimi giorni. Di certo l'Unione ora non può ignorare il contributo di Berlusconi ale relazioni con lo stato ebraico.