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Prodi ora legge la Padania «Interessante»

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Dalle ultime elezioni «è emerso che c'è una questione settentrionale, un Nord che chiede risposte», insiste Paragone che, con un fondo pubblicato domenica, in cui critica la Casa delle libertà («Se ha ancora un senso - e lo può avere - deve dimostrare che ha un orizzonte politico davanti a sè, altrimenti è nebbia») ha attirato la curiosità del leader dell'Unione, che avrebbe commentato: «Interessante, ho persino comprato il giornale, penso che sia la seconda volta...». «Non so quale sia la prima - ribatte Paragone - ma mi fa piacere perchè leggendo la Padania potrebbe capire che c'è una questione settentrionale aperta». Un'apertura a Prodi da parte del quotidiano del Carroccio? «Guido un giornale autonomista e federalista. Chi si avvicina di più alle istanze federaliste - risponde - con la Lega dialoga. È indubbio che le affinità maggiori ci sono con il centrodestra, con Berlusconi e Tremonti che parlano il nostro stesso linguaggio. Ma se Prodi apre alla questione settentrionale non posso far finta di niente, bisogna valutarlo». A far passare le parole di Paragone come un approccio della Lega al centrosinistra è la critica alla Cdl - contenuta nel fondo -, avanzata dopo il tentativo, fallito, di dividere l'Unione con la candidatura di Giulio Andreotti alla presidenza del Senato. «Temo che a furia di parlare di tatticismi - sottolinea Paragone - la Cdl difetti di politica. E perda di vista l'orizzonte politico». E all'orizzonte, ricorda, ci sono due importanti appuntamenti politici: le amministrative («in città come Roma e Milano che sono l'asse portante di questo paese») e il referendum confermativo della riforma della Costituzione. Una scadenza, quest'ultima, considerata basilare per il futuro della Lega e dei rapporti all'interno della coalizione di centrodestra. Un appuntamento che potrebbe rappresentare «un'occasione» anche per il centrosinistra, dichiara Paragone, il quale sottoscrive l'invito lanciato da Sergio Romano a Prodi dalle colonne del Corriere della Sera a sostenere il sì al referendum per cominciare a cambiare l'assetto dello Stato. «Credo che Prodi debba valutare quanto di buono c'è. Questo è solo l'inizio di una possibilità che abbiamo: modernizzare la Costituzione in linea con gli altri paesi europei. Ora la campagna elettorale è passata, non c'è più bisogno di dire che la riforma spacca il paese».

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