LA CONFESSIONE
Io non ho pregiudizi». Dopo aver perso la corsa allo scranno più alto di Palazzo Madama, Giulio Andreotti risponde così alla domanda su come voterà al Senato sulla fiducia al governo Prodi. «Sul governo Berlusconi - ricorda il senatore a vita - mi sono astenuto. Per Prodi vedremo. Le cose bisogna deciderle concretamente una volta che si hanno davanti tutti i dati di fatto». Precedentemente, il «Divo Giulio» aveva fatto i complimenti al «rivale» Franco Marini, neoeletto presidente del Senato. «Quella di Marini è una ottima scelta. Spero che riesca concretamente a dar corpo a quel dialogo costruttivo di cui c'è necessità perché in Senato, in questi ultimi anni, non c'è stato». Giulio Andreotti commenta così l'elezione di Franco Marini alla presidenza del Senato, l'incarico che gli ha conteso in due giorni e venti ore di seduta vissuti sul filo dei voti. Per il senatore a vita, quello di Marini è stato ieri un «ottimo discorso». Andreotti si sofferma sul discorso di Marini e, afferma un po' rammaricato, di aver provato, con la propria candidatura a presidente del Senato, a unire i poli. «Ma non è stato possibile...», aggiunge il senatore a vita. «Ha fatto un ottimo discorso e spero tanto - aggiunge il senatore a vita a proposito di Marini - che riesca in quello che era il mio intento. Quindici giorni fa neppure ci pensavo a questa possibilità. Io ho cercato di costruire una candidatura che potesse metter d'accordo in qualche modo le due parti. Ma non è stato possibile». «Il ruolo di Marini è tanto più importante - sottolinea Andreotti - perché il governo in Senato ha una maggioranza risicatissima. Spero che riesca in questo tentativo». Giulio Andreotti, dopo l'elezione di Franco Marini, ha applaudito, insieme a tutta la Casa delle Libertà, il nuovo presidente del Senato. Per il resto, nessun saluto, né spontaneo né formale fra il senatore a vita Giulio Andreotti e il neo presidente del senato, Franco Marini. Quando ancora Marini era sullo scranno più alto dell'aula di palazzo Madama, avendo appena terminato il suo discorso inaugurale, Andreotti si è alzato dal suo seggio nella seconda fila centrale e ha lasciato l'assemblea. Successivamente, dopo aver lasciato l'aula di Palazzo Madama, il «Divo Giulio» ha comunque espresso il proprio apprezzamento per il discorso tenuto davanti ai senatori dal neopresidente. Andreotti ha definito «ottima» la scelta dell'ex esponente della Democrazia Cristiana, auspicando che il nuovo presidente del Senato riesca a far ripartire quel dialogo tra i poli indispensabile per mandare avanti l'assetto istituzionale del Paese.