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Berlusconi a Ciampi: «Non dare il mandato»

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Il leader Cdl: «L'incarico a Prodi deve venire dal successore. Con la sinistra al Quirinale c'è dittatura»

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Se il teorema della sinistra è di salire anche sul Colle dopo aver conquistato le poltrone di Camera e Senato, dovrà vedersela con il leader della Cdl. Il Cavaliere questa volta vuole costringere il centrosinistra a trattare e a scegliere il candidato alla succesione di Ciampi in una rosa di nomi stilata dalla Cdl. In caso di rifiuto, avverte, «andremmo ad un'opposizione durissima, non solo in aula», lasciando intendere che potrebbero esserci anche manifestazioni di piazza. Dalla sua, dice, ha quel «50% del Paese che ha votato per la Cdl e che non vorrà farsi mettere sotto da una metà che mette le mani su tutto». Al rientro da Ciampino per accogliere le salme dei morti di Nassirya, davanti a Palazzo Grazioli, Berlsuconi si è sfogato. «Dico no a un uomo della sinistra per il Quirinale perchè sarebbe una dittatura dell'Unione. Quando abbiamo vinto le elezioni nel 2001 sono stati votati due presidenti delle Camere della Casa delle libertà. Ma il capo dello Stato era un uomo che certamente non aveva una matrice di destra. Pertanto, c'era un significativo bilanciamento. Attualmente, se si manda al Quirinale un uomo proveniente dal centrosinistra, in pratica tutte le alte cariche dello Stato avrebbero un'unica matrice politica. E questa non mi sembrerebbe la situazione ottimale». A chi gli chiede se la Casa delle Libertà ha già una rosa di nomi da proporre al centrosinistra per arrivare a un'intesa comune, Berlusconi replica che la coalizione ci sta lavorando. Ma intanto ammette che uno dei nomi della rosa - non l'unico - potrebbe essere benissimo quello dell'attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Quanto a Giuliano Amato, «fa parte dei nomi messi in campo dalla sinistra». Il Dottor sottile non figurerà dunque nell'ambo o nella terna proposti dalla Cdl. Poi afferma che martedì, subito dopo un Consiglio dei Ministri ad hoc, salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni da premier. Il presidente ha poi segnalato l'opportunità di lasciare che sia il Capo dello Stato a stabilire i tempi per il conferimento dell'incarico di formare il governo. Ma per evitare l'ingorgo istituzionale non si voleva che i tempi per formare il governo fossero costretti in pochi giorni non sufficienti per una discussione piana». In sostanza per Berlusconi sarebbe meglio che a dare l'incarico a Prodi fosse il prossimo presidente della Repubblica. Infine una rassicurazione al suo elettorato. «Assolutamente non mollo - ha detto - Continuerò a fare politica». E ancora: «Sarebbe per me una manna dal cielo poter godere di anni sabbatici e dedicarmi alle cose che mi piacciono ma sento la responsabilità di continuare l'opera di governo che ho intrapreso in questi anni. Il mio grande sogno sarebbe riuscire a creare un partito unico dei moderati, anche perchè così aiuterei necessariamente la costruzione di un partito dei democratici a sinistra». Berlusconi non intende mollare neppure sulla questione dei brogli e annuncia che sarà presentato alle Giunte per le elezioni un vasto dossier su tutte le irregolarità di cui «siamo venuti a conoscenza». «Quando vado in giro vedo che non sono mai stato a questo livello di apprezzamento da parte degli italiani -ha sottolineato il Cavaliere- mi sento impegnato in questa battaglia». «Abbiamo già fatto un miracolo con il mio partito al 24%», ammette il Cavaliere. Con la legge sulla par condicio attualmente in vigore, aggiunge, «avremmo potuto anche essere schiacciati di più». «Regola che è valsa per gli altri. Il partito di Casini non è un'eccezione. Fini e Casini hanno avuto cinque anni di visibilità -avverte- senza uno schizzo ci fango, perchè tutto il fango l'ho preso io, tutti i giorni da parte di tutti. Loro si sono dovuti accontentare di questo livello di risultato».

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