Jannone «graziato» dal vigile
Ignazio La Russa, capogruppo di An, esce dal suo ufficio con il suo solito codazzo di collaboratori. Una Mercedes scura arriva ed entra nel parcheggio riservato ai deputati. Alla guida c'è un deputato di Forza Italia, Giorgio Jannone. Il capogruppo lo riconosce e lo chiama. Nulla. Ci riprova e riprova ma nulla da fare. L'ex deputato, abbronzato come ai bei tempi, è tutto intento in una conversazione al telefonino. Uno dei vigili urbani in servizio nella piazza, lo ferma. «Patente e libretto di circolazione per favore», chiede con fare sicuro. Il forzista però rimane indifferente alla richiesta del vigile e continua tranquillamente la sua conversazione. Poi, all'ennesima richiesta del vigile consegna quanto richiestogli. Il capogruppo interviene e la butta là: «Dai non fare lo scemo, smettila di parlare al telefono. Non vedi che ti sta facendo la multa!». Poi scatta il compromesso. «Se ti faccio togliere la multa mi fai uscire con la deputata mora? (leggi Carfagna?)». È in quel momento che La Russa gli strappa il telefonino dall'orecchio e comincia a parlare con l'interlocutore telefonico. «Pronto. Giulio, ma sei te? Lo sai che il tuo amico si sta prendendo una multa per non interrompere la telefonata?». E poi rivolgendosi al vigile: «Lo scusi, sa, sta parlando con il ministro dell'Economia». «Uscente o entrante?», domanda il vigile incuriosito. «Quello uscente», replica l'esponente di An. Il vigile si avvicina al deputato e gli riconsegna i suoi documenti e dimentica la minaccia amministrativa. «Vabbè, vorrà dire che mi farà uscire con tre deputate!», dice l'uomo con l'uniforme.