Cossiga: «Subito a casa tutti i nostri soldati all'estero»
A presentarla sarà il senatore a vita Francesco Cossiga non appena conclusi gli adempimenti di insediamento del nuovo Senato. La missione delle unità militari italiane in Iraq, dice Cossiga, «si svolge in un teatro di guerra e, anche se con fini di soccorso alla popolazione civile, nelle forme delle operazioni militari, e come tale è percepita dalla popolazioni locali e considerata dalla forze della resistenza irachena e dalle forze islamiche di altri Paesi che agiscono a suo sostegno» e «il rinnovo di questa missione militare è avvenuto su assai incerte basi giuridiche di diritto interno ed internazionale». Va poi considerato «l'aggravarsi della situazione in Afghanistan, ove zone sempre più vaste sono sottratte al controllo del governo di Kabul, sorretto dalle Potenze occidentali e dalle loro unità militari colà dislocate, e passate sotto il controllo della bande talebane, sostenute e alleate della centrale della resistenza islamica estremista Al-Qaeda» e «il profondo dissenso relativo al problema della indipendenza del Kossovo dalla Repubblica del Montenegro e della Serbia». La mozione di Cossiga «impegna il governo al ritiro immediato delle nostre unità militari dall'Iraq, con il solo limite dei tempi tecnici necessari per assicurare una ragionevole sicurezza alle operazioni di ripiegamento; e lo impegna altresì al ritiro, in tempi ragionevoli ma certi, delle nostre unità militari dall'Afghanistan, dal Kosovo e dalla Bosnia- Erzegovina, nonchè a rivolgere un appello alle forze della resistenza irachena e afghana, alle forze militari regolari e irregolari del Montenegrino, della Bosnia-Erzegovina e del Kossovo, perchè non minaccino od ostacolino, ma anzi agevolino,il ritiro sicuro e pacifico delle nostre unità militari da quei teatri operativi» e anche «a impartire immediati ordini alle nostre unità militari presenti in tutti i teatri operativi perchè riassumano la loro totale autonomia di comando e controllo operativo e si astengano immediatamente dal compimento di qualunque operazione militare o di polizia internazionale, se non a stretta difesa del proprio personale, e con la moderazione richiesta, delle proprie installazioni, o al fine di aprirsi, o per tenere aperte in considerazioni di sicurezza, le proprie linee di ritirata».